Si può guarire dalla ciclotimia?
Mercoledì 1 febbraio 2012 • Post di Mariano Tomatis
No. Chi soffre di ciclotimia può mirare a gestirla in modo da minimizzarne gli effetti negativi sulla propria esistenza.
Chi è ciclotimico può trovare giovamento nel riposo regolare: una buona igiene del sonno tende ad ammorbidire i picchi emotivi.
È determinante informare del proprio problema famigliari e amici intimi, per costruire intorno a sé un ambiente di sostegno consapevole dei limiti connessi al disturbo.
Il buonumore e l’eccesso di energia a disposizione durante le fasi ipomaniacali consentono di guardare a questo disturbo anche dal punto di vista delle opportunità: gestite con attenzione, le intuizioni creative che emergono nei momenti "alti" e la scioltezza con cui si accede allo stato di flow per svolgere compiti di grande complessità possono procurare notevoli vantaggi sociali; in quello che Kay Jamison chiama "il misterioso crogiolo in cui fluiscono e si fondono tormento ed estasi, umori tumultuosi ed ebbrezza sfrenata"(1) nasce la vis creativa da cui hanno attinto per secoli artisti, scrittori e cantanti - e il ruolo della malattia nel limitare o, al contrario, nel partecipare al processo creativo è oggetto di studio sin dall’epoca romantica.
Dal punto di vista medico, può essere di straordinario aiuto il sostegno psicoterapico, e quando i momenti bui diventano insopportabili, anche il ricorso a farmaci che stabilizzano l’umore.
Per aggirare le difficoltà che emergono in corrispondenza dei momenti bassi, alcuni cercano sollievo nell’alcool e nelle droghe; la loro efficacia a brevissimo termine ha un prezzo pesante nel medio e lungo periodo: destabilizzando ulteriormente i ritmi umorali, tali sostanze intensificano gli sbalzi rendendoli più violenti ed estremizzando gli stati depressivi.
Di fondo è richiesto un impegno continuo volto a controbilanciare gli estremi, alla difficile ricerca della Aurea Medietas in cui il poeta Orazio (65 a.C.-8 a.C.) riconosceva la sede di ogni virtù:
Mostrati forte quando t’è contraria la fortuna, e dà esempio di saggezza tirando giù le vele quando troppo prospero è il vento.(2)
Quinto Orazio Flacco, «Aurea medietas», Libro II, Ode 10.
Image by Roy Lichtenstein «Girl in the Mirror» (1964).
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(1) Kay Redfield Jamison, Touched with Fire, 1994 (trad.it. Toccato dal fuoco, Tea, Milano 1995).
(2) «Rebus angustis animosus atque fortis appare: sapienter idem contrahes vento nimium secundo turgida vela.»
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