Il Manifesto degli introversi di Susan Cain
Lunedì 29 ottobre 2012 • Post di Mariano Tomatis
Chi soffre di ciclotimia è costretto ad affrontare periodicamente periodi di profonda introversione. Nei momenti bassi, chi è ciclotimico preferisce un buon libro a una serata con gli amici e un bagno caldo a una notte in discoteca. Come conciliare tale condizione con una società che sembra premiare solo chi è più estroverso, competitivo ed egocentrico?
Qualche idea la suggerisce Susan Cain nel suo Quiet, appena pubblicato per Bompiani e dedicato al "potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare" - come recita il sottotitolo.
La scrittrice statunitense invita chi è chiuso in se stesso ad alzare la testa e ribellarsi alla tirannia degli estroversi, valorizzando le peculiarità di tale condizione e raccontando storie di introversi che non hanno dovuto tradire la loro più intima natura per avere successo. Recentemente la Cain ha raccontato il suo percorso da una timidezza riluttante a una timidezza orgogliosa nel corso di una conferenza al TED e creato il "Manifesto degli introversi", che sta conquistando viralmente il web. Eccolo qui di seguito.
Manifesto degli introversi
1. Esiste una definizione per “quelli che stanno troppo rintanati nella loro testa”: pensatori.
2. La nostra cultura ammira giustamente chi sa rischiare. Ma ora, più che mai, abbiamo bisogno di chi sa riflettere.
3. La solitudine può essere un catalizzatore dell’innovazione.
4. Gli sms hanno preso piede perché, in una società altamente estroversa, tutti fremono per una comunicazione asincrona, che non sia faccia a faccia.
5. Se vostro figlio preferisce lavorare in autonomia e socializzare con una persona alla volta, non c’è niente di male: semplicemente non corrisponde al modello standard.
6. La prossima generazione di introversi può e deve crescere nella consapevolezza della propria forza.
7. A volte fare il finto estroverso può servire. C’è sempre tempo per essere introversi.
8. Nel lungo periodo, però, essere onesti con il proprio temperamento è la chiave per trovare un lavoro da amare e che abbia significato.
9. Ognuno può brillare, sotto la giusta luce. Per alcuni è un riflettore di Broadway, per altri una lampada da tavolo.
10. Un nuovo rapporto autentico vale di più di una manciata di biglietti da visita.
11. Non c’è niente di male ad attraversare la strada per evitare una chiacchierata del più e del meno.
12. “Leadership introversa” non è un ossimoro.
13. Il desiderio universale di paradiso non ha tanto a che fare con l’immortalità, quanto con l’augurio di un mondo in cui tutti siano sempre gentili.
14. Se lo scopo della prima metà della vita è mettersi in gioco, quello della seconda metà è dare un senso al proprio percorso.
15. L’amore è essenziale, essere socievoli è un optional.
16. Con la gentilezza, si può scuotere il mondo. Gandhi
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Figure di luce e oscurità interiore
Sabato 27 ottobre 2012 • Post di Carl Gustav Jung
Non c’è presa di coscienza senza sofferenza. [...] Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità interiore.
Carl Gustav Jung
Tnx @anna_shakti
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Martedì 16 ottobre 2012 • Post di Mariano Tomatis
Jessica Hagy è un’artista che usa i diagrammi di Venn per esprimere idee curiose e sorprendenti. Il suo blog Indexed raccoglie molti dei suoi contributi, tutti accomunati da un tratto minimale e un certo gusto matematico.
Sull’edizione online di Forbes ha dedicato un post alle "40 cose da dire prima di morire." Il grafico #31 (qui) ricorda le classiche sensazioni di grandiosità e umiltà che coesistono nell’animo del ciclotimico:
Jessica Hagy suggerisce una riconciliazione degli opposti, nel luogo da cui emerge il senso di meraviglia.
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Lunedì 15 ottobre 2012 • Post di una lettrice
Oggi lascio che sia una lettrice del blog a raccontare di sé e condividere versi e musica di una canzone dei Radiohead. Scrivetemi anche voi, perché questo diventi un blog a più voci.
La risalita arriverà. Forse mi aspetta già domattina, tra poche ore, tra un mese. Chissà? Ciò che conta è allenarsi a diventare abili equilibristi. Imparare a cavalcare - con leggero abbandono e stupita umiltà - quegli struggenti arcobaleni che irrompono (all’improvviso) nei cieli di piombo della mente.
Over here come slowly come slowly to me
I’ve been waiting patient patiently
I didn’t but now I can see
that there’s a way out.(1)
Radiohead «In rainbows» (2007)
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(1) “Qui, vieni lentamente, raggiungimi lentamente. Ho aspettato paziente, con pazienza. Non la vedevo, ma ora vedo che c’è una via d’uscita.”
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