Dodici passi nella Parigi magnetica & meravigliosa
Torino 2021
Una guida non convenzionale alla Parigi illusionistica e sorprendente, un invito a osservare la Ville Lumière attraverso gli occhi di un mentalista. Addentrandosi nelle zone d’ombra, ai margini dei suoi monumenti più celebri, si scoprono acrobati di cartone e bambine chiaroveggenti, veggenti bisognose e pittrici medianiche, fantasmi di corte e messaggi cifrati, riflessi paradossali e spiriscopi a moneta, telegrafi escargotici e vaticini per le dame. Ogni bizzarria getta una luce obliqua sull’arte del mentalismo e della magia, svelandone meccanismi segreti e potenzialità inaspettate.
Attraverso giochi da costruire, mappe da orientare, enigmi da risolvere e oracoli da interrogare, il libro di Mariano Tomatis trasforma Parigi in un parco giochi per adulti, incoraggiando lo smarrimento e la deriva tra i suoi chiaroscuri.
Mariano Tomatis, Dodici passi nella Parigi magnetica & meravigliosa, Torino 2021, 128 pp., colore (15×21 cm).
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Recensioni
• La recensione di Alex Rusconi (1° maggio 2022)
Dopo la lettura di questo libro si ha la sicurezza confortante che, anche quando si pensa di conoscere bene una città, in realtà si può ricominciare tutto daccapo perché ci sarà sempre un angolo, un racconto, un vicolo inesplorato che può ancora regalarci stupore e meraviglia. (Alex Rusconi)
• La recensione di Lorenzo Gasparrini (21 novembre 2021)
C’ho messo un bel po’ a capire quale magia stava accadendo, e ho quasi dovuto finire il libro per accorgermene. Il libro, come in ogni illusionismo creato alla perfezione, ti mostra una cosa e ne fa accadere un’altra, accendendoti di meraviglia. (Lorenzo Gasparrini)
Introduzione
Quando percorro il lungo Senna, spesso rovisto per ore tra le bancarelle dei libri usati. Cerco un volume di cui non conosco l’autrice, né il titolo né l’immagine di copertina. Sono però sicuro che lo riconoscerei: ne ho in mente la varietà degli argomenti e l’aspetto, a metà tra il carnet di viaggio e il manuale pratico. Osservandomi impegnato nella febbrile ricerca, a volte mi attraversa un pensiero più lucido: quel libro l’ho solo sognato, in uno di quei sogni che “aggiustano” la realtà. Compendiando, in uno spazio limitato, tutto quello che ha stimolato la mia curiosità nei miei primi quarant’anni: le attività con carta e forbici che trovavo da bambino sugli albi in edicola, le mappe delle cacce al tesoro della mia adolescenza, i trucchi dei manuali di illusionismo acquistati sul lungomare, i segreti del mentalismo scovati su sgualcite fotocopie (chi me le passò sottobanco, dopo quella serata in birreria?), le spigolature della Settimana Enigmistica, i consigli pratici di Alain De Botton per rendere significativo (e dunque indimenticabile) un viaggio.
Trovandomi a Parigi, sarebbe fantastico se quel materiale gravitasse intorno alla Ville Lumière, facesse tesoro della cultura dei Lumi per dosare meraviglia e critica (e dunque mi parlasse come si parla a un adulto) ma guardasse con sospetto la grandeur: quella che – nel 200° anniversario dalla morte di Napoleone – una parte della città ancora ammira nella figura dell’imperatore. Riconoscerei quelle pagine dalla bibliografia sterminata: ogni nota incoraggerebbe un dialogo tra il libro e tutti gli altri, svelando una rete di incanti che – al di là dei suoi confini fisici – si sviluppa su altri volumi e altri supporti, aprendo porte che spalancano universi.
I cinici postmoderni dicono che tutto è già stato detto e scritto; a restare aperta è la possibilità di aggregarlo in una forma mai vista prima. Nel mio sogno, tutto ciò che amo è rilegato in un volume con la copertina che ricorda le vecchie Guides Noirs delle edizioni Tchou: uno di quei libri che nascono già consunti, dalla grafica vagamente iettatoria, dei quali ti chiedi se qualcun* li abbia mai percepiti come contemporanei. I minuscoli capitoli vanno dritti al punto: si adattano bene ai trasferimenti in metropolitana e alle attese alle fermate del bus; sembrano pensati per le brevi soste nel gabinetto di Shakespeare & Co. e per chi aspetta l’hummus da Tilal in rue Rambuteau.
Bouquinistes sul lungo Senna. Fotografia di Benh Lieu Song.
Cerco da anni quel libro, sospettando sempre che si trovi in una delle bancarelle ancora chiuse (magari aprirà più tardi? forse domani?). Il lungo Senna sarebbe il posto giusto dove scovarlo, in un universo in cui le cose andassero per il verso giusto. Certo è qui che verrò a nasconderlo, il giorno in cui mi deciderò a scriverlo. Penso alla (falsa) storia di Sylvester Schwartz, l’uomo arrestato non per aver rubato qualcosa all’Ikea ma per averlo lasciato – nello specifico, delle frecce incollate per terra, che trasformavano l’ipermercato in un labirinto senza uscita.
Ecco cosa sto cercando invano: un manuale pratico per trasformare Parigi in un parco giochi per adulti; una guida turistica che incoraggia (e premia) lo smarrimento e la deriva.
La mappa dei dodici passi
Nota editoriale
Il libro raccoglie e integra quindici post pubblicati su Instagram e Facebook dal 14 al 30 agosto 2021.
• #1 La magia del Pont Neuf (17 agosto)
• #2 L’automa del Cabaret du Néant (18 agosto)
• #3 Riflessi mutevoli (19 agosto)
• #4 I fantasmi del Trianon (20 agosto)
• #5 Il nuovo Oracolo delle signore e signorine (21 agosto)
• #6 La pittura medianica di Georgiana Houghton (22 agosto)
• #7 Il telegrafo a lumache (23 agosto)
• #8 La lettera cifrata (24 agosto)
• #9 Lo Spiriscopio (25 agosto)
• #10 Veggenti dell’amore (26 agosto)
• #11 La prova del libro (27 agosto)
• #12 Immagini sediziose (28 agosto)
Ai dodici post, scritti durante il viaggio a Parigi, si aggiungono i tre sintetici profili di Emma Hardinge Britten (14 agosto), Rosa Campbell Praed (15 agosto) e Georgiana Houghton (16 agosto) condivisi prima della partenza.