L’argomento è interessante. Come mai si vedono cosi poche prestigiatrici nei programmi di varietà? Si sarebbe tentati di rispondere che le donne non hanno attitudine per la Magia, ma la risposta, a mio parere, si rivelerebbe inesatta.

Infatti, prescindendo da altre considerazioni, basta pensare che molto nella nostra Arte è affidato al buon gusto, al ritmo, alla eleganza della presentazione, elementi questi che si trovano in sommo grado nella personalità femminile. E allora? È forse per una barriera psicologica che le donne non si accostano a questa forma di Arte. Il fatto che essa sia stata per secoli appannaggio di soli uomini costituisce evidentemente un precedente che ha il suo peso notevole e che non è intaccato dai pochi esempi (anche se luminosissimi) di prestigiatrici che, come Fatima Miris e Zirka, calcarono con successo le seene mondiali.

È da escludere infatti che l’assenza femminile in campo magico sia da attribuire ad un fatto di costume. Ciò se mai poteva essere valido un secolo fa, ma oggi, che la evoluzione ha portato la donna sullo stesso piano dell’uomo in tutti i campi, una tale tesi sarebbe come minimo strana.

A tacere di altri elementi psicologici di carattere troppo specifico per poter essere trattati in questa sede, ma che una nostra inchiesta potrebbe benissimo rilevare, mi sembra che rimanga, quale unico e debole motivo della lamentata mancanza di prestigiatrici, la tradizione cui si accennava all’inizio.

Diciamolo francamente: noi prestigiatori pensiamo che iniziare ai segreti dell’arte magica una donna sia disastroso dal punto di vista dell’ermeticità dei segreti stessi. Sono invece sicuro che molte signore e signorine sarebbero ben liete di praticare la prestigiazione e certamente capirebbero l’importanza di non rivelarne i principii generali. Si potrebbe ancora pensare che il pubblico non gradisca spettacoli magici presentati da una prestigiatrice, ma chi ha veduto recentemente esibirsi Miss Joy o M.lle Evélyne Rose sa quale successo abbiano riscosso e quale nuova impronta può dare una donna ad un giuoco classico. Porto l’esempio di M.lle Evélyne Rose: il suo giuoco di anelli cinesi è realizzato con cerchi dorati che, all’inizio, infilati sul braccio, formano un vero bracciale e durante il numero si incatenano formando orecchini, gioielli, collane, ecc..

Avete mai pensato ad esempio che una donna potrebbe eseguire il suo numero addirittura danzando?

«La danza delle carte» potrebbe essere il titolo di uno spettacolo nel quale la prestigiatrice, vestita da dama di fiori, uscendo da un quadro raffigurante una carta da gioco, eseguisse, a ritmo di danza, manipolazioni di carte ed apparizioni di ventagli colorati.

Non vi sembra una buona idea?

Forse molte idee nuove sono proprio nelle menti di queste prestigiatrici in potenza: forse per esse la magia potrà allargare i propri orizzonti, rinnovandosi, per brillare sempre più fulgida.

Fonte: Magia moderna, nn.3-4, 1961, p. 6.

Nadia Albonetti ha eseguito il suo numero cantando. Questa bambina di 11 anni si è imposta all’attenzione del pubblico per la sua grazia e per la sua spigliatezza. A parte alcune inessattezze, dovute al fatto che questa era la sua prima esperienza, il numero ha riscosso un buon successo. Ha eseguito tra l’altro: il mazzo di fiori che sbocciano e la bottiglia inesauribile.

Mi-Chi-Ko ha presentato uno spettacolare numero giapponese. Fiori, foulards e ombrellini sono apparsi via via sulla scena fino a riempirla totalmente. Il suo grande finale di produzione di lanterne accese è stato certo il più caratteristico e suggestivo della serata.

Dasa e Eva hanno messo in scena un numero originale, allegro, condotto con molta perizia e piacevole brio. Giuochi nuovi (il cambiamento continuo delle scritte di due cartelli, i fazzoletti con cagnolini dipinti, la rapida trasformazione degli abiti) o conosciuti, ma riproposti in modo completamente originale (frittata nel cappello).

June Merlin ha un numero innegabilmente commerciale che fa molta presa sul pubblico. Effetti non nuovi come anelli, colombe colorate e foulards, legati fra loro dal motivo conduttore dello spogliarello.

Mary ha proposto il giornale stracciato e risanato alla Slydini, il giuoco delle tre corde, l’acqua nel giornale e gli anelli cinesi in modo molto convincente. Un po’ di emozione non le ha consentito di valorizzare al massimo il suo ottimo numero.

Elizabeth Warlock ha eseguito giuochi imperniati sulle candele e i foulards, il pennacchio camaleonte, l’ombrellino e molti altri effetti presentati con garbo e signorilità.

Viviane Mireldo ha un numero di una freschezza e di un brio unici, basato sull’apparizione dei piccioni: genere questo molto sfruttato, ma la brava artista ha saputo infondervi tanta originalità da renderlo fantasticamente gradito.

Jacqueline SarvY, nella sua graziosa truccatura, ha presentato un numero comico corredato da abili giocolierismi. Molto adatto per il pubblico infantile.

Solange manipola collane e gioielli in genere, con bellissime fioriture intercalate ai giuochi. Bello anche l’apparato scenico. Numero molto nuovo ed elegante.

Alice non ha deluso quanti avevano sentito parlare bene di lei. Ha eseguito un numero di una eleganza difficilmente raggiungibile: ricorderemo il gioco dell’ombrellino fatto con i guanti anziché con foulards e l’apparizione di un cagnolino da una piccola casetta fabbricata sotto gli occhi degli spettatori. Un numero questo che ha entusiasmato il pubblico e le ha valso l’ingresso in finale.

Fonte: Vinicio Raimondi, Magia moderna, nn.3-4, 1964, pp. 36-47.

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