Episodio 2 (di 12) di “12 passi nella Parigi magnetica & meravigliosa” (2021), una serie a cura della )BmP Biblioteca magica del Popolo in collaborazione con il progetto Mesmer.
Il museo della magia di Parigi consente di fare istruttivi (e inquietanti) viaggi nel tempo. C’era una volta, nel quartiere di Montmartre, il Cabaret du Néant: una birreria a tema funebre, dove la morte era di casa e sui muri ci si chiedeva – con Amleto – se fosse meglio “essere o non essere”.
Interni del Cabaret du Néant: la “sala di intossicazione”
I tavoli erano bare, i lampadari erano fatti di ossa e i camerieri raccoglievano le ordinazioni chiedendo: “Quale veleno volete che Vi serva, signori? Abbiamo distillati di vermi tossici, microrganismi mortali e batteri di qualsiasi malattia”. Lo ricorda Henry Ridgely Evans, che recensì il locale nel 1906, raccontando in particolare le evocazioni necromantiche che si tenevano nel sotterraneo: uno spettatore si accomodava in una bara e veniva trasformato in piena vista in uno scheletro; il tutto si basava su un gioco di luci e specchi molto illusivo, che in Italia veniva spesso proposto nelle fiere itineranti (trasformando una donna in una gorilla e viceversa).
Il Cabaret du Néant si trovava nel quartiere di Pigalle al 34 di boulevard de Clichy, a pochi isolati dal Moulin Rouge.
No, oggi quel luogo – tra i più kitsch di Parigi – non esiste più.
Il locale chiuse negli anni Settanta e il mago Georges Proust ne acquistò un’attrazione tra le più inquietanti: l’automa della cantante d’opera che spiazzava il pubblico spogliandosi della parte più bella del corpo. Proust intendeva prolungarne la vita ben oltre la fine del Cabaret du Néant e oggi la sua statua semovente continua ad atterrire chi visita il museo della magia. Mostrando ciò che si nasconde dietro il viso.
Automa della cantante del Cabaret du Néant, oggi in funzione presso il musée de la Curiosité et de la Magie all’11 di rue saint Paul, Parigi.
Automa della cantante del Cabaret du Néant, oggi in funzione presso il musée de la Curiosité et de la Magie all’11 di rue saint Paul, Parigi.
È il gesto di cui parla Ivan Cenzi nel libro La donna anatomica (2021), scrivendo delle strategie con cui noi uomini cerchiamo di scongiurare le temibili attrattive femminili: una consiste “nell’aprire il corpo della donna per visualizzare l’orrore che si nasconde sotto la sua pelle”, facendo eco a Oddone di Cluny che ammoniva tetro:
La bellezza del corpo sta interamente nella pelle. Se gli uomini vedessero in effetti ciò che sta sotto la pelle […] la sola vista delle donne sarebbe per loro nauseabonda.
Il motto del Cabaret era: “Qualsiasi cosa, pur di provocare un brivido di novità”. Confermo l’effetto: nella lista di torture simboliche che abbiamo inflitto alle donne, questa mi mancava – e mette i brividi.
Arricchito di commenti, illustrazioni e da una ricca bibliografia, questo post è disponibile tra le pagine del libro Dodici passi nella Parigi magnetica & meravigliosa (Torino 2021, 128 pp. a colori).
Mariano Tomatis, Dodici passi nella Parigi magnetica & meravigliosa, Torino 2021.
• Leggi la recensione di Henry Ridgely Evans tratta da The old and the new magic, Kegan Paul, Trench, Trubner, Chicago 1906, pp. 104-6.
• Sfoglia Henry Ridgely Evans, The old and the new magic, Kegan Paul, Trench, Trubner, Chicago 1906.
• Leggi il post di Ivan Cenzi “Cafés Maudits” sul blog Bizzarro Bazar (29.7.2012).
• Albert Allis Hopkins descrive uno dei trucchi presentati nei sotterranei del Cabaret du Néant in Albert Allis Hopkins, Magic, Stage Illusions and Scientific Diversions including Trick Photography, Sampson Low, Marston & Co., London 1897.
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