Il 7 settembre 2018 annunciavo che il secondo volume di Mesmer sarebbe stato dedicato alla zona del Crepuscolo, la regione da cui – negli ultimi anni del Settecento – si sprigionarono visioni e potenzialità che sembravano paranormali: un tema che non si limitò a stimolare l’indagine scientifica ma finì sui palcoscenici, influenzando il mentalismo di tutto l’Ottocento.
Détournement dell’antiporta del libro di Charles Rouy, Le magicien républicain, 1794.
Verosimilmente il libro uscirà nel corso del 2020, dopo quattro anni di lavoro. Ho anticipato i suoi temi in occasione di molti interventi pubblici e in svariate pubblicazioni – soliste e collettive. Se Te lo leggo nella mente era costruito su una struttura a sei porte, La zona del Crepuscolo attraverserà sei diverse soglie per esplorare altrettante regioni liminali, legate alla storia del mentalismo e al suo rapporto con la scienza, la letteratura e l’indagine sui fenomeni paranormali – comprese le ricadute di tutto ciò sull’opinione pubblica:
Piano dell’opera
Parte 1 Sonnambulismo. Tra il sonno e la veglia
Parte 2 Fantasmagoria. Tra la vita e la morte
Parte 3 La donna eterea. Tra il visibile e l’invisibile
Parte 4 L’abate Faria. Tra la realtà e la simulazione
Parte 5 Ersilia Rouy. Tra lucidità e follia
Parte 6 La bella addormentata e sua madre. La soglia dell’Aleph
Questi sono copertina e frontespizio del volume:
Mariano Tomatis, La zona del Crepuscolo, Mesmer, vol. 2, Torino 2020 (?).
In copertina compare un particolare da una tavola tratta dal libro di Franz Josef Pisko, Licht und Farbe (1869): ritrae uno spettacolo di fantasmagoria di E.G. Robertson.
Il font usato per realizzare il frontespizio proviene dall’Abbecedario dei bambini obbedienti con allegate le tavole dei difetti dell’infanzia che si possono correggere con la sottomissione (1820). Sulla copertina c’è un bambino con le orecchie da asino, sessant’anni prima che Collodi usasse la stessa immagine nel suo romanzo più celebre.
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