Questa sera 28 novembre 2017 alle ore 21 è in programma la proiezione del mio cortometraggio Donne a metà al Molo di Lilith (via Cigliano 7, Torino). Conducono la serata Claudia Ceretto e Filo Sottile. Il film è una riflessione sul ruolo della donna nell’ambito della magia. In vista della serata ripropongo qui sotto la storia di Mildred Snelling, l’escapologa che fece adirare Harry Houdini.
Mi chiamo Mildred Snelling. Sono la donna che fece infuriare Harry Houdini. No, non ero sua moglie. Mio marito si chiamava William. Era un mago così scarso che abbandonò la professione appena mi conobbe. Mettetevi nei suoi panni: quando eravamo sul palco, gli applausi erano tutti per me. Divenne il mio manager.
All’inizio del Novecento riempivo i teatri. Mi chiamavano “Minerva, la regina delle manette”. Sul palco chiamavo sempre e solo uomini: mi facevo legare, incatenare, ammanettare, ma nulla era in grado di trattenermi per più di qualche minuto. Ero un simbolo per ogni donna. Un’artista della fuga. Sciolsi anche il vincolo nuziale. Mi risposai con Guy Jarrett, un ingegnere che realizzava trucchi magici. La coppia perfetta, finché durò.
Nel 1908 misi in scena la fuga da un bidone di latta pieno d’acqua. Houdini andò su tutte le furie. Era lo stesso numero che presentava lui. Con una differenza non trascurabile. Libera da quel contenitore metallico, mi offrivo agli applausi con gli abiti fradici. Una vista sconvolgente per il pubblico dell’epoca. Come poteva competere con me quel tappo muscoloso?
La sua vendetta non tardò a venire. Una sera fece intrufolare un assistente dietro le quinte del mio spettacolo. Versarono una bottiglia di succo di limone nel mio bidone. Me ne accorsi quando era troppo tardi. In apnea, gli occhi che sembravano esplodere, credevo di impazzire. Houdini non credeva ce l’avrei fatta. Uscii da quel bidone in lacrime e con una certezza: il ricordo dei miei occhi rosso fuoco avrebbe tormentato a lungo le sue notti.
Avrei dovuto scriverlo sul biglietto da visita:
«Minerva. L’incubo peggiore di Harry Houdini.»
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