Tra il pubblico della mia presentazione alla Libreria “Sognalibro” di Borgo San Dalmazzo (CN) c’era anche Alberto Mazzariello, un giovane autore di graphic novel. Avendogli espresso interesse per la sua opera, Alberto mi ha fatto dono di “Il tempo di una R.M. onirica”, il diario di un claustrofobico viaggio in una macchina per la risonanza magnetica da parte di un paziente oncologico.
Ho molto apprezzato la sua lettura per la sintonia che vi ho trovato con il mio approccio al dolore e alla sofferenza. L’onirismo e la discesa nei recessi dell’oscurità sono due risorse potenti per affrontare i momenti difficili, specie quando si torna al quotidiano e si traduce in immagini e parole quel viaggio, senza la pretesa di ricondurre tutto alla razionalità, quanto piuttosto cercando nell’arte quelle metafore che meglio approssimano simbolicamente quanto si è vis(su)to. Il che non si traduce nella banale e abusata espressione di “dare un senso alla malattia”. Allergico all’idea, attribuisco maggior valore al racconto in sé, meglio se sporco e inquinato da una profonda soggettività; cercando i termini (visivi, soprattutto) con cui ricostruire quella storia, attraverso quelle immagini, quei colori e quelle distorsioni, quei violenti contrasti e quei tratti sfumati, Alberto restituisce le parole a chi sta vivendo in solitudine gli stessi incubi – ma non trova il modo per descriverli. Raccontare è anche spurgarsi, e non a tutti è concessa una liberazione del genere.
Completa l’opera un breve saggio sul fenomeno psicologico della “Derealizzazione”,
una manifestazione ansiosa relativa a quella separazione dalle certezze abituali che è abbinata ai processi di crisi e di cambiamento. […] Più il soggetto è passivamente aggrappato al suo mondo abituale, più la sua differenziazione psicologica indurrà fenomeni di ansia e di panico; più il soggetto, viceversa, è fiducioso dei segnali che gli provengono dal mondo interno, meno avrà paura dell’apparente “stranezza” del suo distacco emotivo, affettivo e percettivo dal mondo esterno.
Una chiosa dal freddo linguaggio scientifico che integra la graphic novel, offrendo un contrasto violento tra le espressioni tipiche del “medichese” e l’inquietante discesa nei meandri di una psiche – paradossalmente lucida – in preda al terrore.
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