Il miglior modo di far apparire un fantasma è quello elaborato da John Henry Pepper (1821-1900): usata ancora oggi, la tecnica ha preso il suo nome ed è nota come “fantasma di Pepper”; si tratta di una delle più spettacolari illusioni teatrali mai messe in scena. Il metodo si basa su un ingegnoso gioco di luci e specchi, attraverso cui si può materializzare e far sparire dal palcoscenico qualsiasi cosa. All’epoca coinvolgeva spesso attori nascosti sotto lenzuola bianche. In questa illustrazione il personaggio che interpretava il fantasma si trovava sotto il palco, nascosto alla vista del pubblico.

Iluminata su sfondo nero, l’immagine dell’attore era riflessa su un vetro inclinato. Essendo trasparente, lo stesso vetro consentiva di osservare un altro attore seduto a un tavolino, e coordinando i rispettivi movimenti – seppure si trovassero fisicamente distanti – uomo e fantasma sembravano interagire tra loro. Il fantasma, inoltre, aveva un aspetto evanescente perché – derivando da un riflesso – era semitrasparente. Per chiarezza, l’incisione sopra ritrae anche il fantasma sul palco, ma esso appariva solo agli occhi del pubblico in sala.

Il metodo era già noto in precedenza: in un libro del 1805 (1)  William Frederick Pinchbeck documenta il suo uso per far apparire un volto che parla all’interno di una teca:

Al Cabaret du Néant di Parigi il metodo era usato per trasformare un uomo in scheletro: la dissolvenza tra uno e l’altro si otteneva agendo sul proiettore, e a seconda che la luce colpisse o meno l’attore, esso poteva apparire o lasciare in vista le sole ossa.

Nel 1897 il segreto della “metempsicosi” parigina è svelato in questo libro (2)  da Albert Allis Hopkins e Henry Ridgely Evans:

Dal 1969 il trucco è usato nella “casa stregata” di Disneyland a Los Angeles; eccolo in un’immagine d’epoca che ritrae la sala da ballo:

Il metodo di John Pepper si può implementare in miniatura: nella sezione “The World is Bound With Secret Knots” il Museum of Jurassic Technology di Los Angeles presenta svariati diorami che sfruttano specchi e trasparenze per produrre animazioni spiazzanti. C’è perfino chi l’ha applicato a un libro; all’idea ho dedicato il sesto episodio della mia miniserie “La magia dei libri”:

Nel 2014 il metodo è stato utilizzato per riportare in vita Michael Jackson sul palco dei Billboard Music Awards (vedi qui) e per consentire a Julian Assange di “bilocarsi” – e trovarsi contemporaneamente in un’ambasciata a Londra e nel Massachusetts alla Nantucket Conference 2014 (vedi qui).

Il Palm Top Theater è un dispositivo che sfrutta il trucco facendo uso di un telefonino: tre superfici trasparenti disposte diagonalmente riflettono altrettante porzioni dello schermo di un Iphone, creando un’illusione di profondità. Svariati video sulla rete mostrano filmati a tre dimensioni realizzati sfruttando i tre diversi settori.

Nei giorni scorsi mi sono divertito a esplorarne le principali potenzialità realizzando alcune immagini statiche. Questo è lo studio di Sherlock Holmes che ho allestito nel Palm Top Theater e fotografato da due diverse prospettive:

L’immagine che consente di visualizzare tale scena si presenta così:

Questo invece è un acquario:

che ho realizzato a partire da questa immagine:

Per approfondire

• Leggi su Bizzarro Bazar come il trucco fu usato per trasformare una donna in gorilla: “La donna gorilla” (7 febbraio 2011).

• Leggi su Bizzarro Bazar la storia dei café maudits di Parigi: “Cafés maudits” (29 luglio 2012).

• Il libro di John Henry Pepper (1890) che descrive il trucco nei dettagli (3)  è disponibile nella Biblioteca Magica del Popolo:

John Henry Pepper, The true history of the ghost and
all about metempsychosis
, Londra, Cassel & co., 1890.


Note

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