Si apre oggi a Torino l’ostensione della Sindone. L’evento più significativo di questi giorni è stato la pubblicazione del libro definitivo sulla storia del telo, pubblicato da Einaudi e scritto da Andrea Nicolotti (1) : Sindone. Storia e leggende di una reliquia controversa (Einaudi 2015).
Sistematico e documentato, il lavoro di Andrea è il primo lavoro critico che si impone nel mainstream editoriale, alzando drammaticamente il livello del dibattito e spazzando via decenni (per non dire secoli) di forzature pseudostoriche. Monumentale e capillare, ha un apparato di note senza precedenti e raccoglie tutto quello che c’è da sapere sul percorso mitopoietico che ha trasformato un falso conclamato in un oggetto di culto che in questi giorni attirerà oltre un milione di persone.
Oltre a essere oggetto di dibattiti in ambito storico e scientifico, la Sindone è anche un magnete di storie sorprendenti – e dunque una fonte preziosa per chi – come me – si occupa di Meraviglia in senso lato. Da qui l’idea di accompagnare l’ostensione con una serie di “storie sindoniche” che metteranno in evidenza il lato più laicamente “stuporoso” della vicenda. La prima testimonia l’inaffidabilità dei testimoni oculari.
Qualche anno fa Massimo Polidoro mi raccontò che, dopo il naufragio del Titanic nel 1912, i settecento superstiti furono interrogati su quanto accadde in quella tragica notte. Tutti videro con i propri occhi l’affondamento della colossale nave da crociera, ma mentre una metà si dichiararono convinti che il Titanic andò a fondo intero, l’altra metà ricordava che la nave si spezzò in due tronconi. Il ritrovamento del relitto nel 1985 dimostrò che avevano ragione questi ultimi, ma l’episodio mise in evidenza la scivolosità del concetto di “testimonianza oculare”.
Questo è l’oggetto che i pellegrini vedranno in questi giorni nella Cattedrale torinese:
Oltre un secolo fa, durante un’ostensione, un fedele osservò a lungo il telo per poterlo riprodurre pittoricamente in alta Val Maira, sulla sua casa di Canosio (CN). L’anonimo pittore si concentrò sui dettagli principali: un lenzuolo su cui era impresso, frontalmente e posteriormente, il corpo di Gesù. Questa la rappresentazione che ne diede:
Centrando complessivamente il bersaglio, a meno di un dettaglio: sull’originale i piedi sono all’esterno. (2)
1. Andrea è stato tra gli autori dell’antologia da me curata Dietro il Codice Da Vinci.
2. Raffaele Palma e Giuseppe Terzuolo, Sindone – Le due tracce, Edizioni Con...tatto, Torino 1996, p. 108.
Tutti i post sono distribuiti con Licenza Creative Commons BY-NC-SA 4.0