Da qualche tempo Loredana Lipperini ha in pentola una “cosa”. A febbraio avevo recensito il suo racconto Pupa (Rrose Sélavy 2013) sottolineando il ruolo non banale giocato dai concetti di illusione e inganno tra le sue pagine. Anche la “cosa” che ha in ballo avrà a che fare con il Fantastico e le sue intersezioni con il quotidiano.
Il suo “giochino dell’Avvento 2014” consiste nell’elencare i cinque libri che stanno ispirando il suo lavoro – e con sorpresa vi ho trovato due miei titoli:
• Virginia Woolf, Mrs. Dalloway (1925)
• Jean Echenoz, Lampi (2012)
• Mariano Tomatis, Te lo leggo nella mente (2013) e
L’arte di stupire (con Ferdinando Buscema, 2014)
• Jules Michelet, La strega (1862)
• Lucinda Hawksley, Lizzie Siddal (2009)
L’universo all’intersezione di questi libri è popolato di personaggi dotati di poteri straordinari, maghi e streghe, scienziati e ciarlatani, tutti in bilico tra sogno e bluff, realtà e illusione: un luogo sospeso che si fonda sull’incertezza, l’ingrediente fondamentale alla base di quello che Tzvetan Todorov definisce “Fantastico”. In fremente attesa di scoprire la “cosa”, ecco cinque titoli che hanno giocato un ruolo importante nel definire il “mondo” de La magia dei libri (Editrice Bibliografica 2015), il mio libro la cui uscita è ormai imminente:
• Raymond Queneau, Centomila miliardi di poesie (1961)
• Gianni Rodari, La grammatica della fantasia (1973)
• Penn & Teller, Cruel Tricks for Dear Friends (1989)
• Giorgio Maffei, Munari. I libri (2002)
• Jack Zipes, Chi ha paura dei fratelli Grimm? Le fiabe e l’arte della sovversione (2006)
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