Questo è un fotomontaggio:
Quando ci si tuffa in acqua, si solleva un certo numero di spruzzi (come si può vedere sull’immagine originale.) La foto non è particolarmente interessante, perché – si sa – nell’epoca del ritocco digitale si ottiene facilmente qualsiasi effetto.
Questa è decisamente più intrigante:
Non si tratta di un fotomontaggio: quello ritratto è un laghetto poco profondo (il Mono Lake in California). L’autore Storm Thorgerson chiese al tuffatore di fare la verticale in apnea, aspettando che l’acqua tornasse calma e piatta prima di scattare la foto.
Il fotografo delle copertine dei Pink Floyd avrebbe potuto realizzarla con forbici e colla, ma preferiva trucchi di natura diversa, in grado di meravigliare al solo racconto. La storia che si nasconde dietro il tuffo di Wish You Were Here (1975) produce un misto di incredulità e sconcerto: chi mai, al giorno d’oggi, metterebbe a punto un’impresa del genere quando Photoshop consente di ottenere lo stesso effetto in pochi minuti?
Bastano due fotografie per rappresentare il dibattito sotterraneo che anima la comunità dei prestigiatori di fronte a personaggi come Dynamo. Che senso ha, per il mago che si esibisce live, fare la verticale in apnea per ottenere la foto giusta, quando i media celebrano i fotomontaggi del mago inglese?
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