La prossima séance del Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario scritto con Wu Ming andrà in scena mercoledì 22 ottobre 2014 a Carpi, in provincia di Modena (vedi qui).
Si tratta di un’edizione ridotta rispetto agli spettacoli di Torino e Mantova, che – oltre al sottoscritto – vedrà in scena per la prima volta Wu Ming 2 e il magnetista di Fidenza Francesco Busani, entrambi impegnati in esperienze di mesmerismo. Sospeso in un’insolita piega del continuum spazio-temporale – e nello stesso spirito del romanzo L’armata dei sonnambuli – il Laboratorio si ispira ai racconti rivoluzionari auspicati da Tommaso De Lorenzis:
racconti che contraggano lo spazio, forzino le necessità crono-logiche, attingano oltre la razionalità. […] Le buone storie, e – tra esse – le buone storie dell’evento rivoluzionario, sono consapevolmente schizofreniche, rigorosamente condizionali, più o meno visionarie. Non disdegnano le derive dell’onirismo, gli sguardi insoliti che si allungano dal basso o di fianco, le voci dell’inanimato, le deviazioni del what if, il confondersi di flashback e flashforward…
In questo approccio obliquo alla Storia, anche Carpi offre molto più di un semplice palcoscenico all’evento: nel 1460 la città emiliana diede i natali a uno scienziato fuori dagli schemi – tale Jacopo Barigazzi. Le rime triviali ispirate dal suo cognome lo convinsero a cambiarlo: per tutti divenne Jacopo Berengario.
Medico dalla straordinaria fama, anticipò Isaac Newton nel dichiarare il suo debito con gli scienziati che lo avevano preceduto:
Siamo cioè come nani appoggiati sulle spalle dei giganti del passato e che le nostre scoperte e conoscenze sono biunivocamente legate a quelle degli uomini che vissero prima di noi. (1)
Pur riconoscendo l’importanza dei Classici, non si faceva scrupoli a sfidarli apertamente, considerando più importante l’indagine sul campo rispetto ai dogmatismi imposti dall’autorità. Apertamente schierato contro gli Estensi, dichiarò pubblicamente che avrebbe preferito trovarsi sotto il governo di
uno asino o uno porcaro che sotto il ducha de Ferrara. (2)
La naturale indole rissosa lo rendeva irresistibile agli occhi degli allievi della scuola di medicina: non disdegnando di sostenere le sue ragioni a forza di ceffoni, dovette suonare particolarmente ironico il titolo del suo De fractura cranei! Oggi lo ricordiamo soprattutto per il Grey’s Anatomy dell’epoca: le psichedeliche illustrazioni del suo trattato di anatomia “Isagogae” hanno fatto il giro del mondo e continuano a stupire per l’esplosiva estetica.
“Muscoli obliqui ascendenti” in Jacopo Berengario da Carpi, Isagogae, 1523.
Spettacolare l’immagine posteriore di uno scheletro che mostra tre crani – il proprio e altri due tra le mani:
“Scheletro posteriore” in Jacopo Berengario da Carpi, Isagogae, 1523.
Allo scienziato rivoluzionario carpigiano intitoleremo una delle esperienze mesmeristiche del Laboratorio che andrà in scena al Mattatoyo Culture Club di Carpi.
1. Jacopo Berengario, Commentaria, 1521 cit. in Tania Previdi, Jacopo Berengario da Carpi, 2005, p. 11.
2. P. Guaitoli, Memorie storiche e documenti sulla città e sull’antico principato di Carpi, vol. II, Carpi 1879-80, p. 223.
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