Tra gli orrori quotidiani e quelli sovrannaturali esistono, a volte, legami impercettibili. Ecco due storie di questo tipo, solo all’apparenza distinte (e distanti).

Prima notte di nozze alla macchina da scrivere

Howard e Sonia sono in luna di miele, ma tra le lenzuola ci sono fogli ovunque. Non sembrano spassarsela: lui è chino sulla macchina da scrivere, mentre lei gli detta frammenti di bozze sparsi qua e là; un pessimo modo di trascorrere la prima notte insieme!

Tutta colpa di quella corsa. Per partire senza pensieri, Howard aveva completato il racconto alla vigilia delle nozze, ma nella fretta di raggiungere in treno il luogo della cerimonia, aveva perso in stazione il dattiloscritto definitivo. Avendo già riscosso i soldi dell’anticipo, i due non possono permettersi di ritardare la consegna. Storie di quotidiano orrore.

Sepolto vivo dai beduini

Nel gennaio 1910 Harry Houdini (1874-1926) si trova in vacanza in Egitto. Durante un’escursione al Cairo il mago viene rapito da un gruppo di beduini, legato e calato in un pozzo. Stordito per l’aggressione, Houdini perde i sensi e sprofonda in uno stato in cui realtà e incubo sembrano sconfinare l’uno nell’altra.

Grazie alle capacità per cui è entrato nella leggenda, l’escapologo riesce a liberarsi e ritrovare la via d’uscita – ma non prima di una lunghissima immersione nel più puro orrore: durante la risalita vedrà creature metà umane e metà canine, mostri dalle molteplici teste, animali con le sembianze della Sfinge e strani cerimoniali sotterranei, condotti da un redivivo Faraone.

Il resoconto in prima persona del rapimento esce quattordici anni più tardi sulle pagine di Weird Tales(1)  “Imprigionato con i faraoni” è una cronaca straordinaria: il mago è abilissimo nel raccontare lo stato di sospensione tra sogno e realtà vissuto nel pozzo. Quando l’orrore è troppo vivido, Houdini lo etichetta come frutto di uno spaventoso incubo. La precisione del racconto, per contro, rivela una consapevolezza piena e un lucido controllo. La storia sfuma, anche nella percezione del lettore, il confine tra la realtà e l’immaginazione: Harry Houdini sta conducendo sulla carta lo stesso gioco percettivo dei suoi spettacoli di magia. Spettatori e lettori condividono una domanda: cosa c’è di vero?

L’inganno di Weird Tales è ancora più profondo di quanto i suoi fan possano immaginare. Non solo perché il rapimento non avvenne mai, ma soprattutto perché tanta raffinatezza nel raccontare la vicenda non si improvvisa. J.C. Henneberger, direttore della rivista, lo sapeva bene: per questo ne aveva affidato la scrittura all’autore più brillante della scuderia – pur sapendo che si sarebbe sposato di lì a poco.

La verità sarebbe venuta a galla qundici anni dopo, alla ristampa del racconto: in una nota, l’editore rivelava per la prima volta l’esistenza di un ghostwriter dietro il racconto di Houdini.

Uno scrittore di razza: il grande Howard Phillips Lovecraft (1890-1937).


Note

1. H.P. Lovecraft, “Imprisoned with the Pharaohs”, Weird Tales, maggio 1924.

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