Prendi un appassionato di videogiochi e fagli incontrare il fantasma di suo padre. Da un plot del genere sembra impossibile evitare una deriva nerd o verso il trash del più trito paranormale. Eppure l’esperienza magica è accaduta davvero, ed è la prova che «la vita ha molta più immaginazione di noi» – come scriveva François Truffaut.
Prima di proseguire, prova a formulare uno scenario ragionevole alla base della vicenda annunciata: sembra impossibile evitare il coinvolgimento di dimensioni “altre”, vero? Dopo aver letto cos’è successo realmente, ti accorgerai che la fede nei fantasmi è del tutto compatibile con una visione del mondo rigidamente materialista: il gioco sta nell’accordarsi su cosa sia un fantasma!
Il videogioco di gare automobilistiche “Rally Sport Challenge” (Xbox) tiene in memoria la corsa più veloce effettuata su ciascuna consolle. Il giocatore che lo desidera può sfidare il primato attivando la funzione “ghost”: in questo modo sulla pista, oltre alla propria auto, se ne vede una seconda semitrasparente che percorre – negli stessi tempi e lungo le stesse traiettorie – la corsa-record. La modalità fantasma consente di capire a colpo d’occhio quanto la propria performance si discosti – nel bene e nel male – dalla migliore mai effettuata.
Oggi 00WARTHERAPY00 ha diciassette anni. Nel 2001, ancora bambino, giocava insieme al padre a “Rally Sport Challenge” su una Xbox nuova di zecca. L’uomo morì quando il figlio aveva sei anni e il piccolo chiuse la consolle in una scatola, lasciandola in un cassetto per un decennio.
Quando la riaprì e lanciò “Rally Sport Challenge”, fece un salto sulla sedia: di fronte alla sua auto c’era la macchina fantasma del padre, intenta a percorrere lo stesso tragitto nei tempi di dieci anni prima! Gareggiò contro di lui più e più volte, migliorando la propria performance fino a batterlo. Ma quando si trovò di fronte alla linea del traguardo, lasciato il fantasma dietro le spalle, inchiodò di colpo: vincere avrebbe sostituito la corsa record con la sua, cancellando per sempre la traccia elettronica del padre, sopravvissuta in una vecchia memory card.
Il racconto originale di 00WARTHERAPY00 (tratto da qui)
Grazie a Luca Bono per avermi segnalato questa storia e Nicolò Giusti per averla raccontata qui su LuccaCittà.net
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