Dopo l’esordio torinese del 6 maggio 2014, il “Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario” fa tappa nello storico Teatro Bibiena di Mantova, in occasione del Festivaletteratura: l’appuntamento è per il 5 settembre 2014 alle ore 22:30.
Perché Mantova? La scelta che abbiamo fatto con Wu Ming non è casuale: se Torino ospitò il primo circolo mesmerico italiano, era mantovano il medico che osò sfidare il primato di Mesmer, affermando che il magnetismo animale... nacque nella città lombarda!
Poco prima della Rivoluzione Francese la città di Mantova era sotto il controllo di Maria Teresa d’Austria. Nel 1767 la reggente si ammalò di una leggera forma di vaiolo, dalla quale guarì in breve tempo. Per ringraziare il cielo della guarigione, i rabbini dell’Università degli Ebrei di Mantova organizzarono una solenne orazione. Tra di loro c’era anche Israel Laudadio Cases, un medico che si dilettava di poesia e che per l’occasione scrisse due sonetti. (1)
Oggi non lo ricordiamo per le doti poetiche ma per la sua amicizia con l’abate veneziano Giuseppe Maria Simon Canini (1720-1796). Grande appassionato di calamite, Canini aveva suggerito all’amico medico di utilizzarle sui pazienti per valutarne gli effetti curativi. I risultati stupirono entrambi, e nel 1776 il rabbino mantovano pubblicò un libro sugli “effetti degli effluvi magnetici” (2)
In quegli anni Franz Anton Mesmer (1734-1815) faceva gli stessi esperimenti tra la Germania, l’Austria e la Svizzera. Quando l’abate Canini lo scoprì, andò su tutte le furie: sentendosi usurpato di una sua scoperta, iniziò una campagna di informazione per dimostrare che il magnetismo animale era figlio suo.
Alcuni studiosi prestarono fede alla rivendicazione. Nella Storia della medicina in Italia di Salvatore De Renzi si legge che si può
sostenere che la stessa dottrina di Mesmer era di origine italiana: imperocché [...] il medico israelita Laudadio Cases di Mantova fin dal 1776 narrava alcune guarigioni, che diceva ottenute col metodo del Canini. Anzi questi nel 1785 scrisse una lettera per richiamarsi del plagio, che diveva essergli stato fatto da Mesmer. La qual cosa egli intendeva di sostenere per principii scientifici, e non per iscopo di ciarlataneria, come disgraziatamente aveva fatto Mesmer in Francia. (3)
La Biblioteca Teresiana custodisce nel “Fondo ebraico” una supplica al magnetista mantovano risalente al 1745:
Supplica indirizzata a Israel Laudadio Cases da Salomon Camis (Mantova, 20 luglio 1745)
“Fondo ebraico”, Biblioteca Teresiana, Mantova.
Ne L’armata dei sonnambuli Mesmer parla spesso con il suo allievo Orphée D’Amblanc. Se la Storia avesse dato ragione al medico lombardo, tremo all’idea della voce che il magnetista avrebbe avuto nel romanzo. Forse – come in un fulminante frammento di Point Lenana (4) – quella del commendator Zampetti?
3. Salvatore De Renzi, Storia della medicina in Italia, Tomo V, Tipografia del Filiatre-Sebezio, Napoli 1848, pp. 676-677. A proposito del mesmerismo, sulla Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII di Antonio Lombardi si legge: «Anche per questa [...] scoperta, gli Italiani avrebbero preceduto gli Oltramontani: e difatti [Canini] stampò nel 1785 una lettera apologetica a difesa dell’anteriorità a lui dovuta contro Mesmer allora medico a Parigi, che egli pretendeva avessegli usurpato il secreto. [...] [Nel 1776 Canini] descriveva gli effetti ottenuti dal medico Mantovano Laudadio Cases Ebreo in Mantova, usando gli effluvii magnetici.» (Antonio Lombardi, Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII, Tipografia Camerale, Modena 1827, p. 316)
4. Wu Ming 1 e Roberto Santachiara, Point Lenana, Einaudi, Torino 2013, p. 77.
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