Dall’8 al 10 agosto 2014 sono stato invitato da Google, Nature, Digital Science e O’Reilly Media a partecipare al Science Foo Camp che si terrà presso il Googleplex di Mountain View (California).

In quella che Martin Rees ha definito “una sorta di mini Woodstock della mente” sono stati coinvolti ricercatori, scrittori, psicologi, artisti, economisti e imprenditori noti per il loro contributo nelle aree della scienza, della tecnologia e della cultura.

Quest’anno la lista degli invitati comprende anche un mago – e la scelta di Google è caduta su di me.

Il mio blog “Waiting for Sci Foo 2014”

In vista dell’evento californiano ho realizzato questo blog che propone numerose ibridazioni tra magia e cultura da me esplorate in questi anni:

http://www.marianotomatis.it/scifoo14/archive/

La mia attività magica prende spunto da una variante alla regola numero 34 di Internet, secondo cui

Se qualcosa esiste, c’è anche in versione porno.

Nel 2006 la regola entrò nell’Encyclopedia Dramatica con un’interessante aggiunta:

Regola 34: Se qualcosa esiste, c’è anche in versione porno.
Regola 35: Se non c’è ancora, qualcuno lo farà.

A Mountain View racconterò del mio impegno a migliorare la regola 34 secondo questa nuova formulazione:

Se qualcosa esiste, c’è anche in versione magica.
Se non c’è ancora, è ora di crearlo!

Qual è il ruolo della magia nel dibattito culturale odierno?

Oggi l’illusionista è una figura demodé. Tra sculture di palloncini, fazzoletti sgargianti e colombe, la sua estetica evoca – al più – i passatempi dell’infanzia e le feste di paese. Come scrive David Metcalfe:

Quando uno pensa alla magia da palcoscenico, la metafisica speculativa potrebbe non essere la prima cosa che salta in mente. (1) 

Il rilievo di Metcalfe nasce dal suo incontro con Max Maven, l’illusionista contemporaneo che – più di chiunque altro – ha elevato la magia secolare a una forma di arte moderna, mettendone in luce profondi risvolti filosofici e culturali. Maven è uno dei più prolifici teorici sull’argomento. In un articolo sul ruolo della magia nel contesto culturale statunitense, l’illusionista si rivolgeva con tono amaro ai colleghi:

Compaiono tre maghi nella lista che la rivista Forbes ha recentemente dedicato agli artisti americani più pagati. Tuttavia, quando poco dopo Newsweek ha dedicato la copertina ai cento personaggi più influenti sulla cultura americana, nessuno somigliava neanche lontanamente a un mago. Morale: sono disposti a pagarci ma non ad ascoltarci. (2) 

Questa volta pare che siano disponibili ad ascoltarci.

Ci sono le basi per riconoscere alla magia un ruolo nel dibattito culturale odierno? Da tempo il mio impegno si concentra sul miglioramento della percezione della magia nell’opinione pubblica; credo fermamente nella possibilità di emancipare l’illusionismo da una semplice disciplina di intrattenimento a una vera e propria “categoria del pensiero”. Mostrare le sue implicazioni in ambito scientifico, artistico – e addirittura politico – sarà il mio personale contributo al “Science Foo Camp”.


Note

1. David Metcalfe, “Thou seest, O Son, with thine eyes: Magic, Metaphysics, and the Actionable Expression of Misdirection” in The Teeming Brain Blog, 21.8.2012.

2. Max Maven, “Scrooge et Noir” in Magic Magazine, dicembre 1992, p. 16.

Tutti i post sono distribuiti con Licenza Creative Commons BY-NC-SA 4.0