Il 5 aprile 1999 David Blaine si fece seppellire per una settimana in una bara di vetro ai piedi di un grattacielo newyorchese. Per concepire l’impresa, l’illusionista si era ispirato a “Buried Alive”, la dimostrazione di fachirismo che Houdini aveva messo in scena nel 1915, uscendone traumatizzato. Ma l’escapologo non era stato il primo.

Esattamente cento anni prima di Blaine la stessa performance era andata in scena a Torino, nel salone sotterraneo del Caffè Concerto Romano (oggi Cinema Romano): il protagonista si chiamava Georges Papuss.

Georges Papuss nella bara di vetro.

L’impresa ebbe inizio sabato 13 maggio 1899, giorno in cui La Gazzetta Piemontese annunciò

il principio degli esperimenti e la posa nel cofano del fachiro “Papuss”, che vive nove giorni e nove notti in un cofano a vetri, che verrà sigillato dal pubblico. Il “Papuss” rimarrà visibile tutto il giorno e tutta la notte. (1) 

I tromboni torinesi si allarmarono: guai a confondere il fachiro con Gérard Encausse, l’esoterista francese che si faceva chiamare Papus (con una sola S). Il giorno dopo La Gazzetta mise all’erta i lettori, offrendo un breve profilo biografico:

Papuss è un uomo trentenne, magro, di fattezze regolari, che si dice originario dell’America del Sud, ma che fu educato in Francia, e parla perfettamente il francese. (2) 

L’inizio della performance è descritto nei dettagli dal quotidiano:

“Papuss” bevette a più riprese sorsi d’etere solforico; in seguito a ciò, e mediante un atto d’autosuggestione, cadde in uno stato di sonno semi-catalettico. Allora lo prendono di peso o lo collocano in un cofano, ove egli ha precedentemente deposto alcune boccette di etere, un libro, una matita ed alcuni altri piccoli arnesi. “Papuss”, prima d’addormentarsi, si è peraltro fasciato dal capo alle piante, non esclusa la faccia, che rimane cosi completamente coperta. Respira però, e si vede il suo petto sollevarsi regolarmente per effetto della respirazione. In tale stato semi-catalettico così fasciato rimane per un tempo più o meno lungo – probabilmente qualche ora – dopodiché si desta, si sfascia il volto e può, sempre nel cofano, parlare, fumare, leggere ma non mangiare né bere. Il cofano ha la forma d’una bara, ma superiormente è coperto d’un cristallo, dai cui interstizi può passare liberamente l’aria. “Papuss” posa sul legno l’intera parte posteriore del corpo, tranne il capo, che è sorretto da cuscini. Un bucherello, con un tubo di gomma, è nella parete inferiore del cofano, e serve – a quanto afferma “Papuss” – a portar via l’acqua. Comunica col cofano una macchinetta che, sempre a detta di “Papuss”, sarebbe destinata a riscaldare l’ambiente di quella specie di cataletto (?) Parecchi spettatori chiusero il cofano con nastri, ai quali apposero i loro sigilli, e cosi faranno altri nelle sere successive. (3) 

L’impresa sarebbe durata più di una settimana:

“Papuss” deve rimanere in quella non comoda posizione, senza cibo, per ben nove giorni, cioè sino alla domenica di Pentecoste, nella quale sera verranno rotti i sigilli. Allo spettacolo assisteva un pubblico numeroso e vario; pochi saranno quelli che non vorranno, anche nei giorni venienti, andare a visitare “Papuss”, vivo nel suo feretro. Non siamo ancora a quello che si racconta dei fachiri, che vivrebbero per mesi e mesi, senza aria, sepolti sotterra, ma si tratta, pur sempre, di cosa assai notevole, e che interessa forse pure la scienza. (4) 

Come annunciato (ma dinanzi a “un pubblico piuttosto scarso”) Papuss uscì dalla sua bara domenica 21 maggio 1899. La Gazzetta Piemontese parlò della “Risurrezione di Papuss”, descrivendolo

un po’ mal fermo in gambe per la posizione disagevole nella quale era, durante tanto tempo, rimasto, ma non per debolezza di forze, che anzi, dopo aver fatto un po’ di toeletta, ripetè le prove di invulnerabilità, fatte la prima sera e per di più resse bellamente sulle spalle il peso di 100 chilogrammi, consistente in grossi manubrii di ferro. (5) 

La serata si concluse alle dieci e mezza di sera.

Negli anni successivi il tour di Papuss toccò ben tre continenti. Nel dicembre 1901 ripetè l’impresa al Royal Acquarium di Londra.

London Standard, 28.11.1901.

Il 10 luglio 1904 il Daily Standard Union di Brooklyn annunciò che “la mummia vivente” si sarebbe esibita a Dreamland, il parco di divertimento di Coney Island:

Quindici importanti medici di Manhattan e Brooklyn saranno presenti, questa settimana, a Dreamland per assistere alla trance catalettica in cui si metterà Georges Papuss. Proveniente dalla Persia, l’uomo sarà immerso in una bara di vetro sotto l’acqua, e resterà in piena vista del pubblico per 172 ore senza mangiare né bere. Papuss, che è sudamericano e insegnante di medicina e autosuggestione, sarà avvolto da quattrocento yards di strisce di flanella. (6) 

Nel 1909 ripeté l’impresa in Algeria. (7)  Nel 1915 Emilio Carrere dedicherà a PapÚss, el fakir un lungo articolo su Mundo Grafico(8) 


Note

1. La Gazzetta Piemontese, 13.5.1899.

2. La Gazzetta Piemontese, 14.5.1899.

3. Ibidem.

4. Ibidem.

5. La Gazzetta Piemontese, 22.5.1899.

6. Daily Standard Union, 10.7.1904.

7. Le Moniteur du commerce de l’Algérie, 9.11.1909.

8. Mundo Grafico, Anno V, N. 186, 19.5.1915.

Tutti i post sono distribuiti con Licenza Creative Commons BY-NC-SA 4.0