Nelle prime pagine de L’arte di stupire io e Ferdinando Buscema raccontiamo la fatica spesa per emancipare l’illusionismo dall’idea che si tratti (solo) di un passatempo per bambini. Recensendo il nostro libro, Derren Brown ha scritto che lo stupore è
uno stato della mente elusivo, che in parte è infantile e primordiale, ma spesso richiede un coinvolgimento intellettuale adulto per stimolarci con più forza.
Quando ho annunciato che avrei portato un po’ di magia alla giornata per la resistenza No TAV organizzata a Bussoleno dall’ANPI, un amico mi ha scritto: «Che bello, porterò i miei bambini a vederti!»
L’intrattenimento che avevo in mente (La “Novissima Oculistica Terapia di Allucinazione Visiva”) non era esattamente pensato per i più piccoli: per essere apprezzato, il gioco richiedeva di cogliere il sarcasmo dietro le pungenti premesse. Gli risposi che più probabilmente si sarebbe divertito lui, ma nei giorni successivi accolsi le sue parole come una sfida creativa; ora gli sono grato, perché mi ha impedito di chiudermi nell’atteggiamento snob di chi si rivolge solo a chi è più sofisticato.
L’idea di un gioco rivolto ai più piccoli mi venne pensando al bambino ritratto da Bernardino Luini (1481-1532):
A sinistra: Bernardino Luini, Puttino che gioca (1500-1532), Peterborough (Collezione Proby).
A destra: Luca Pacioli, De Viribus Quantitatis, cap. 132.
Nel Quattrocendo Luca Pacioli (1445-1517) riconosceva nelle due tavolette un divertimento perfetto per i bambini, che chiamava “solazo puerile detto bugie”. (1) Il trucco era stato sfruttato perfino da Leonardo da Vinci in una delle sue macchine. (2) Signore e signori – anzi, bambine e bambini… ecco a voi: la formula magica!
Davanti a me c’è una specie di portafoglio a due ante. A sinistra c’è l’immagine di un treno. A destra, Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio sono nascosti dietro due sbarre incrociate.
«In questo momento, quattro di noi sono in gattabuia… per colpa di un treno.»
Mentre pronuncio la frase, metto un polso sull’altro tenendo i pugni chiusi, come a indicare le manette. In questo modo, le braccia formano la stessa X che c’è sulla carta con i quattro ragazzi.
«Per liberarli, bisogna usare la parola magica!»
Chiudo il portafoglio e pronuncio la parola magica.
«Abracadabra!»
Quando lo riapro, nulla è cambiato.
«Forse devo usare il latino? Proviamo con una formula medievale! Hocus Pocus!»
Chiudo e riapro, ma ancora non è successo nulla.
«Ah, come ho fatto a non pensarci?! Dimenticavo che siamo a Bussoleno! Qui funziona una formula magica diversa – e dobbiamo dirla tutti insieme! Le parole magiche sono… a sarà düra!»
Chiudo nuovamente il portafoglio, conto fino a tre e tutti in coro gridano: «A sarà düra!»
Quando lo riapro, i ragazzi sono liberi, mentre sul treno è comparsa una grossa X rossa!
Fino a quel momento i bambini sono stati solo spettatori di una magia. A questo punto chiedo loro se vogliono diventare maghi essi stessi: ho portato con me il necessario per costruire portafogli magici sul posto e Alberto Perono Cacciafuoco – un illusionista di Bussoleno che si è presentato al banchetto a sorpresa – si dimostra disponibile a dirigere il lavoro di bricolage. In poche ore, diverse decine di piccoli maghi lasciano il Laboratorio per presentare il gioco ad amici e parenti. La storia di Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio si diffonde come un virus.
Alberto dirige le operazioni di costruzione del portafoglio magico. (Bussoleno, 26 aprile 2014)
Per costruire un portafoglio magico sono necessari due cartoncini rettangolari e quattro pezzi di nastro rosso, lunghi quanto l’altezza dei rettangoli:
Ti sarà più facile seguire il tutorial se scriverai con la matita – sulle quattro facce dei cartoncini – le lettere A, B, C, D. Per fare un lavoro ben rifinito sarà utile (ma non indispensabile) avere altri due cartoncini con cui decorare l’esterno. Per completare l’opera bastano un paio di forbici, nastro adesivo e colla.
Fase 1
Con due pezzi di scotch, applica due nastri sulla faccia A in alto e in basso a destra.
Fase 2
Piega i due nastri dietro il cartoncino.
Fase 3
Metti il secondo cartoncino a sinistra del primo, facendolo andare sotto i due pezzi di nastro che sbucano. Con due pezzi di scotch, fissa i nastri sulla faccia C.
Fase 4
Con altri due pezzi di scotch, applica due nastri sulla faccia C in alto e in basso a sinistra, facendo in modo che si incrocino.
Fase 5
Piega la X dietro il cartoncino, fa sbucare i due pezzi di nastro nell’interstizio tra i due rettangoli e fissa le due estremità sulla faccia A.
Fase 6
Capovolgi il portafoglio così ottenuto: teoricamente saresti pronto per il gioco, ma per rifinire l’opera applicheremo due cartoncini sul retro.
Fase 7
Incolla sulle facce A e C due cartoncini: quando chiuderai il portafoglio, resteranno all’esterno.
Fase 8
Scarica da qui le due carte con il treno e i quattro ragazzi. Ritagliale e disegna Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio. Tra le decine di ritratti che hanno fatto i bambini di Bussoleno, ho scelto per questo tutorial il disegno della piccola Anna.
Fase 9
Inserisci il treno a sinistra e i ragazzi a destra.
Il gioco è pronto!
Inizia mostrando il portafoglio aperto e raccontando la storia dei quattro ragazzi.
Chiudilo da sinistra verso destra, poi recita la parola magica «Abracadabra» e riaprilo da destra verso sinistra: non sarà cambiato nulla.
Ripeti la sequenza con la formula Hocus Pocus e mostra che non succede alcunché.
All’improvviso ricordati della formula magica corretta, chiudi da sinistra verso destra ma riaprilo da sinistra verso destra.
I due foglietti si saranno scambiati, i ragazzi saranno liberi e il Treno ad Alta Velocità non si farà più.
Naturalmente il gioco funziona anche con gli adulti: eccomi con Alberto Perino, che mi suggerisce una formula magica più precisa – declinata al tempo presente: «A l’è düra!»
Alberto Perino e Mariano Tomatis (Bussoleno, 26 aprile 2014).
Fotografia di Luca Perino
Un ringraziamento speciale a Luca, Cuba e Rita per aver gestito la logistica della mia giornata a Bussoleno e ad Alberto per l’insostituibile supporto al banchetto.
1. Luca Pacioli, De Viribus Quantitatis, cap. 132.
2. Vedi il teatro rotante sui Codici di Madrid di Leonardo, Biblioteca Nazionale di Spagna.
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