Curare le turbe mentali con l’ipnosi è possibile. La mia Novissima Oculistica Terapia di Allucinazione Visiva (NO TAV) si basa sull’ipotesi che si possa placare una fantasia ossessiva sublimandola attraverso un’allucinazione: lo stesso avviene nei sogni, quando mettiamo in scena situazioni di tensione immaginarie per imparare a dominare gli stessi pericoli da svegli, nella vita quotidiana.
Molto diffusa tra politici e affaristi piemontesi, la patologia che può essere curata con la terapia ipnotica NO TAV si manifesta con un insopprimibile bisogno di forare le montagne per rivendicare la propria maschia potenza e andare più in fretta, più in fretta e più in fretta.
Per somministrare l’allucinazione ci si serve di un semplice foglio di carta, arrotolato e applicato sull’occhio sinistro come un cannocchiale sorretto dalla mano sinistra. L’altra mano è tenuta aperta a una decina di centimetri dall’occhio destro, a contatto con il tubo di carta. Aprendo entrambi gli occhi e osservando un punto lontano, al centro del palmo della mano compare un buco e si aveva l’impressione di osservare un lungo tunnel.
«Fattelo bastare, perché è l’unico tunnel che vedrai», bisogna sussurrare al paziente mentre gli si somministra l’inaspettata visione ipnotica.
Il 26 aprile 2014 ho curato una sessione del Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario in val di Susa, per le strade di Bussoleno, durante la giornata organizzata dall’ANPI a sostegno della resistenza alla linea ferroviaria Torino-Lione. Questo il volantino che ho distribuito ai numerosi volontari che si sono offerti di somministrare la cura ipnotica a chi, ancora oggi, mostra i sintomi della grave turba psichica:
A un certo punto del pomeriggio, in ogni angolo del centro di Bussoleno era possibile imbattersi in persone che guardavano in uno strano cannocchiale di carta, ridendo di gusto. Alcuni portavano via manciate di volantini da distribuire a loro volta, facendosi magnetisti in prima persona per diffondere in maniera virale la cura. Ha sperimentato la terapia su di sé anche il senatore Marco Scibona, mentre alcuni attivisti gli suggerivano di portarla a Roma: sogno comune era di vedere l’emiciclo parlamentare composto da politici intenti a osservare il tunnel virtuale (e a farselo bastare…)
Anche Alberto Perino ha confermato l’efficacia dell’allucinazione, non sottraendosi a una fotografia con me.
Mariano Tomatis e Alberto Perino (Bussoleno, 26 aprile 2014)
L’operazione si basa su un concetto che tra le pagine de L’arte di stupire (Sperling & Kupfer 2014) chiamiamo “esperienziazione”: esperienziare un oggetto significa aggiungergli un livello di interesse esperienziale, coinvolgendolo in una narrativa curiosa, insolita, sorprendente. (1)
Diffondere informazioni attraverso un volantino è sempre più difficile: assuefatti dalla loro onnipresenza, quando ne riceviamo uno spesso lo buttiamo via senza neppure guardarlo. “Esperienziare” un volantino è un buon modo per consentirgli di “incollarsi” (2) alla mano di qualcuno, aumentando le probabilità che svolga la sua funzione informativa.
Per esperienziare un volantino, Fastweb ha associato il concetto di velocità delle proprie linee all’idea del volo, trasformando un proprio flyer pubblicitario in un modellino di aereo di carta: le pieghe dell’origami sono prestampate, insieme a un piccolo tutorial che ne illustra la costruzione.
Punto debole dell’operazione: così progettato, il volantino non è fatto per incollarsi alla mano ma per lasciarla – e a gran velocità! Un’idea di cui i pubblicitari di Fastweb dimostrano di essere consapevoli, avendo impresso – nell’angolo in basso a sinistra – il simbolo che invita a gettarlo nella spazzatura dopo averlo utilizzato.
Trasformato in oggetto terapeutico da diffondere in modo virale, il volantino No TAV da me concepito offre un’esperienza spiazzante e tende a incollarsi alla mano di chi lo riceve perché vi sono impresse le modalità d’uso: la terapia funziona con un foglio di carta qualsiasi, ma soltanto quello riporta un promemoria su come utilizzarlo. Essendo puramente visuali, le istruzioni hanno consentito di proporre la cura anche agli amici francesi presenti alla manifestazione, ma soprattutto richiedono l’intervento di un mago in carne e ossa che conosca la storia e la racconti a voce: un invito a non cadere nell’idea che esista una magia self working.
Sul retro del volantino ho proposto l’immagine di un intero popolo alle prese con la magia; con un pensiero a Léo, che avverte l’insopportabile ristrettezza del classico palcoscenico e intuisce la nascita di un Nuovo Teatro:
Era magnifico. Eccolo il Nuovo Teatro della rivoluzione. Come sarebbe stato possibile tornare a recitare un vecchio copione al chiuso di una sala, quando il teatro si era fatto storia sotto il cielo di Francia? (3)
Alberto Perino e Mariano Tomatis (Bussoleno, 26 aprile 2014).
© Fotografia di Luca Perino
Devo l’idea a un vecchio numero di Topolino (1983) in cui era il mago Silvan a illustrare il gioco del buco nella mano:
1. Mariano Tomatis e Ferdinando Buscema, L’arte di stupire, Sperling & Kupfer, Milano 2014, pp. 165-168.
2. L’espressione è dovuta a Chip & Dan Heath, autori del best seller Made to stick (“Fatto per incollarsi”).
3. Wu Ming, L’armata dei sonnambuli, Einaudi, Torino 2014, p. 323.
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