Leggendo L’armata dei sonnambuli, il romanzo di Wu Ming in uscita il prossimo 8 aprile (ascolta un capitolo in anteprima), mi sono imbattuto in scene, atmosfere e situazioni che sembravano tratte da noti film, serie TV e addirittura fumetti. La prima immagine che mi ha fatto sobbalzare, a pagina 70, annunciava un plot degno di una puntata di X-Files:
Chauvelin infilò di nuovo la mano nella borsa e ne estrasse alcuni fascicoli. Sul primo foglio di ognuno campeggiava il timbro del comitato. «Questi rapporti vengono dall’Alvernia. Riferiscono di casi… – l’agente di sicurezza cercò la parola adatta, – insoliti. Il sospetto dei miei superiori è che tali casi siano collegati all’azione di magnetisti e sonnambulisti […] Ciò che servirebbe è un’indagine sul campo». Seguí un momento di silenzio, il tempo che D’Amblanc superasse lo stupore. «Mi state chiedendo di andare in Alvernia per vostro conto?» (1)
Per dare corpo a tali suggestioni ho realizzato una serie di poster, ognuno tratto da un ipotetico spin-off del romanzo. Dal dossier di casi “insoliti” introdotto a pagina 70 è emerso il poster dedicato agli A-Files – la cui lettera A potrebbe fare riferimento all’Alvernia, il luogo dove D’Amblanc (un antenato di Fox Mulder?) conduce un’indagine sui misteriosi “casi […] collegati all’azione di magnetisti e sonnambulisti.”
X-Files, Il Signore degli Anelli, Kill Bill, Arancia Meccanica, Dexter, Lady Oscar, Fight Club e Walt Disney.
Stampati in formato cartolina e raccolti in un set, otto di essi saranno distribuiti durante le presentazioni del romanzo in giro per l’Italia. I poster sono accessibili cliccando qui.
Il primo poster escluso è quello ispirato alla copertina di Q, riprodotto qui di seguito:
ORsú, cuoR-di-lepRe che vi tRastullate l’aRnese sotto lo scRanno mentRe ve la pRendete con i poveRi e angaRiate gli sventuRati per sentiRvi foRti e gagliaRdi! ORsú, cRicca pRiva di veRgogna, che invece di difendeRe la FRancia tRascoRRe i gioRni in osteRia, gRattandosi le cRoste dal cRanio e Ridendo delle disgRazie altRui!
(Wu Ming, L’armata dei sonnambuli, Einaudi, Torino 2014, p. 508.)
Tra due poster di Lady Oscar abbiamo sacrificato questo:
Luigi s’era tolto la giacca e solo con la camiciola doveva sentire un bel giazzo, perché era tutto sgrullato dai brividi, che poi chilosà se era il freddo cagnaccio di cui sopra o invece lo scacazzo di morire. Come che fosse, gli han fatto salire le scale, e in cima lo spettava il boia Sanson, che gli ha cavato la cravatta, poi con un paio di forbici gli ha tagliato il codino. Un po’ sarto e un po’ barbiere, il nostro Sansone, che ti preparava per il ballo con Madamigella Mortazza. Soquanti là sotto si davan dei pizzicotti: «È tutto vero?» «Sí, compare, stavolta sí. Alla faccia di chi non c’è e si perderà lo spettacolo.»
(Wu Ming, L’armata dei sonnambuli, Einaudi, Torino 2014, pp. 14-15.)
1. Wu Ming, L’armata dei sonnambuli, Einaudi, Torino 2014, pp. 70-71.
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