Durante l’intervista rilasciata a Barbara Wezel nell’ambito della trasmissione “Storie”, in onda sulla rete svizzera RSI, dissi che Google ci avvicina alla conoscenza ma ci allontana dal mistero:
Nella nostra epoca siamo alla distanza di un clic da qualunque risposta. Qualunque domanda ci venga in mente, […] con un clic si va su Google e si scopre la risposta. Manca del tutto la dimensione del mistero[, una risorsa] preziosa nella vita di tutti i giorni.
Al tema è sensibile anche Ferdinando Buscema: i suoi tweet non mancano mai di segnalare risorse dedicate al mistero e ai suoi risvolti nel mondo contemporaneo.
Ieri Ferdinando ha scovato una routine di Pete Holmes dedicata al noto motore di ricerca e alle sue implicazioni sul senso del mistero. Contrapponendo conoscenza e non-conoscenza (“Knowing” e “Not Knowing”), Holmes usa le stesse espressioni che il mentalista Max Maven cita nel titolo del suo ultimo spettacolo – “An Evening of Knowing and Not Knowing”. Entrambi sono concordi sulla preziosità del mistero, l’istante – sempre più breve – che separa la “non-conoscenza” dalla “conoscenza”:
In the spirit of @realmaxmaven’s show, Pete Holmes about knowing and not knowing: youtube.com/watch?v=PQ4o1N…
– ferdinando buscema (@ferdinando_MED) 24 aprile 2013
Questa la routine completa di Pete Holmes, seguita dalla sua traduzione:
Ora ho Google sul telefono. Immagino che molti di voi ce l’abbiano, e sta rovinando la nostra vita. Sono so se ve ne siete accorti, ma sta rovinando la nostra vita. Perché ora sappiamo tutto, senza essere minimamente più intelligenti di ieri. Ci limitiamo a “sapere”. Non sai qualcosa? Aspetta due secondi. E saprai. Avere Google sul telefono è come avere un saputello ubriaco in tasca. Non c’è spazio per la curiosità e per il mistero. Appena ti viene in mente una domanda (“Come si fa il vetro?”) lui inizia a urlarti la risposta. E ora tu sai. Ma il tempo che separa l’istante in cui non sappiamo e quello in cui sappiamo è così breve che la sensazione di conoscere è indistinguibile da quella di non conoscere. Quindi la vita non ha più senso! Ci sono volte in cui sei a letto, da solo, e pensi: «Da dove viene Tom Petty?» [Finge di cercare su Google e tira un sospiro di sollievo.] Ma non senti niente! Non hai tempo per apprezzare il fatto di non sapere. […] C’era un’epoca in cui se non sapevi da dove venisse Tom Petty, semplicemente non lo sapevi! E sentivi dentro di te quell’anelito a conoscere e percepivi il tuo deficit, e andavi in giro a chiedere a persone in carne e ossa: «Da dove viene Tom Petty?» «Non lo so!» «Non lo so!» «Non lo so!» In quel momento sì che sentivo dentro di me la curiosità. Finché un giorno incontri una ragazza con la maglietta degli Heartbreakers, ti avvicini per chiederle: «Hey, da dove viene Tom Petty?» E lei ti risponde: «Florida.» In quel momento, sei travolto da un’ondata di endorfine e piacere e significato, e finalmente senti qualcosa dentro di te, ed è così che conosci la donna che diventerà tua moglie.
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