Lo stupore emerge sempre dalla violazione inaspettata di una regola o di una consuetudine. Anche per soddisfare la naturale sete di meraviglia, in tutte le culture e tradizioni è emersa la figura del trickster, un personaggio variamente incarnato da buffoni, comici e illusionisti, abili nell’imbroglio e caratterizzati da condotte amorali, al di fuori delle regole convenzionali. Praticamente intraducibile, l’aggettivo tricksterish viene usato per definire un atteggiamento incline allo scherzo e all’inganno, senza intenti maliziosi ma con l’obiettivo di offrire visioni del mondo capovolte, originali e sorprendenti.
In questo blog riferisco spesso delle mie esperienze tricksterish – dal presidente della Juventus fatto passare per Gran Maestro del Priorato di Sion (qui) al trucco per rubare le password di Facebook agli amici (qui), dal Santo Graal “ritrovato” in un paesino del Piemonte (qui) fino ai letali meccanismi utili a liberarsi dei professori (qui).
Poiché parte della mia attività da divulgatore si concentra su argomenti matematici, so di trovarmi al sottile incrocio tra due categorie peculiari, in un insieme (sotto evidenziato dal colore giallo) davvero minuscolo:
Un bell’articolo di Anita Eusebi mi ha fatto scoprire di essere in buona compagnia. “Questi matematici... che mattacchioni!” esplora estesamente l’intersezione tra l’insieme dei matematici e quello dei trickster, raccontando aneddoti esilaranti e dando conto dei molti pesci d’aprile organizzati dagli studiosi di ogni epoca.
L’articolo si apre con Martin Gardner, uno dei più noti membri del ristretto circolo, e il suo scherzo organizzato il 1° aprile 1975, che provocò centinaia di lettere alla rivista Scientific American da parte di lettori confusi.
Curioso anche lo scambio tra due trickster inaspettati – Doron Zeilberger ed Enrico Bombieri – che, a partire da uno scherzo, turlupinarono la comunità dei matematici di tutto il mondo, in particolare di quelli che abitavano in paesi dove non esisteva la tradizione del pesce d’aprile.
Nel 1998 fu Mark Boslough a gabbare i mezzi di comunicazione, annunciando che in Alabama una legge avrebbe fissato il valore del pi greco a 3. Ne seguirono alti dibattiti teorici tra matematici ignari delle premesse trickster del fisico statunitense.
Nel 2011 Howard Eyeknow annunciò di aver risolto un problema plurimillenario: la divisione in tre di un angolo con riga e compasso. Per aggiungere un tocco surreale al tutto, Eyeknow ringraziò pubblicamente il vicino di casa che gli aveva prestato il compasso!
Tra le imprese trickster più elaborate va annoverata quella di Dmitri Krioukov, che per evitare una multa per eccesso di velocità pubblicò un complicato articolo scientifico: sosteneva, infatti, che la velocità misurata dal poliziotto fosse sbagliata! La data del 1° aprile 2012 in cui l’articolo venne spedito rende molto dubbia la serietà complessiva dell’operazione – ma ha proprio nella sua intrinseca ambiguità un elemento fondamentalmente trickster.
Nel suo articolo (che potete leggere qui), Anita riporta altri casi esilaranti, come quello di Daniel Schoch che mescola con disinvoltura topologia, teologia e matematica per dimostrare che Dio è un’invariante topologica (qui).
L’articolo di Anita ha un altro enorme merito: quello di avermi fatto riscoprire Matthew Weathers, uno dei matematici più divertenti e provocatori sulla faccia del pianeta. Sulla sua pagina YouTube Weathers raccoglie alcuni degli scherzi più bizzarri organizzati ai danni dei suoi allievi. Ecco uno dei filmati in cui mescola reale e virtuale come un navigato illusionista:
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