Anche le cose più straordinarie, quando sono sempre a portata di mano, diventano scontate e perdono inevitabilmente la loro carica stupefacente. È senz’altro il caso dei libri, oggetti semplici, comuni e a basso costo. Per quanto un libro sia una tecnologia antica funziona ancora perfettamente, permettendo di realizzare uno dei fenomeni più magici e misteriosi di sempre: la trasmissione del pensiero, attraverso lo spazio e il tempo, dalla mente di chi scrive alla mente di chi legge. Un libro è una vera e propria “antenna” che ci permette di ricevere “segnali” direttamente dalla mente di personaggi come Platone, Omero, Lao Tzu, e da tutti coloro, più o meno grandi, che si sono premurati di consegnare i propri pensieri alla scrittura.

Fin dall’antichità è stato riconosciuto il profondo legame tra la parola scritta e la magia, a testimonianza dell’arcano potere che un libro ha di trasformare, anche profondamente, chi vi entra in contatto. Com’è noto, nel corso dei secoli, alcuni libri sono stati addirittura considerati pericolosi per le menti e per la società, e prontamente dati alle fiamme o resi illegali (l’indice dei libri proibiti è stato ufficialmente in vigore fino al 1966!). L’intera storia del pensiero umano è riconducibile al successo e alla diffusione di certi libri e non di altri.

Sebbene negli ultimi anni abbia trovato molto consenso il formato e-book, per dirla con le parole di Umberto Eco

Il libro è come il cucchiaio, il martello, la ruota, le forbici: una volta che li hai inventati, non puoi fare di meglio.

Tra i libri “magici” che ho avuto la fortuna di incontrare ce n’è uno che occupa un posto speciale: Il Laberinto di Andrea Ghisi, nobile veneziano appassionato di magia, pubblicato nel 1607. Il Laberinto è un “libro muto”, che contiene molte immagini e nessuna parola. Il suo scopo non è quello di raccontare una storia, ma si tratta di un libro interattivo che consente di leggere nel pensiero, fu concepito come divertissement per i nobili dell’epoca.

Sotto la sua ‘interfaccia utente’, il Laberinto nasconde un sofisticato ipertesto, realizzato con 400 anni di anticipo sul primo computer. Con le sue icone da “cliccare” con la mente, è il primo iPad della storia, permettendo di tracciare percorsi sempre diversi e imprevedibili, grazie ad un meccanismo segreto sepolto tra le sue mute immagini, segreto che conferisce a chi lo possiede il potere di leggere nel pensiero.

Per secoli il segreto del Laberinto è stato smarrito. È stato recentemente riscoperto grazie ad un’accurata analisi di Mariano Tomatis, studioso torinese esperto di magia e matematica. Attraverso una certosina opera di restauro delle immagini, Tomatis ha riportato questo straordinario documento al suo antico splendore, restituendogli infine la sua naturale collocazione sul web.

Per chi volesse farsi leggere nel pensiero da un libro interattivo non lineare del 1607, eccovi serviti(1) 


Note

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