Può la matematica alimentare l’ottimismo in tempi di crisi economica? Nel suo libro Il 200% di niente Alexander Keewatin Dewdney racconta la curiosa idea di un certo Smith, che

mentre tornava a casa dal lavoro, trovò 5 dollari per terra. Si guardò intorno, prese la banconota e se la infilò in tasca. Nell’altra tasca aveva già 10 dollari. Smith sorrise tra sé e sé: «La mia ricchezza è appena aumentata del 50%!»
Sfortunatamente la tasca che conteneva la banconota da 5 dollari era bucata. Quando Smith arrivò a casa, scoprì con dispiacere che il denaro trovato era sparito. «Beh, non mi è andata così male», esclamò. «Prima la mia ricchezza era aumentata del 50%, ora si è ridotta soltanto del 33%. Sono ancora in vantaggio del 17%!» (1) 

Non si tratta di un aneddoto creato ad arte: nel 1998 il The Economist (2)  raccontò che negli anni Settanta il governo messicano si trovò a dover ampliare la capacità di traffico del Viaducto, un’autostrada di quattro corsie. Anziché costruirne una nuova o allargare quella già esistente, il ministro dei trasporti mise in atto un trucco: fece ridipingere le linee divisorie, stringendo le corsie e ricavandone sei. Le nuove corsie, molto più strette, causarono un tale incremento di incidenti che il governo fu costretto a tornare alla situazione originaria. Passare in un primo tempo da 4 a 6 corsie aveva significato accrescere la capacità di traffico del 50%. In un secondo momento, invece, la riduzione aveva ridotto la capacità del 33% (da 6 a 4). Per dimostrare che le infrastrutture erano state migliorate nel corso della legislatura, il governo aveva semplicemente sottratto una percentuale dall’altra, raccontando che complessivamente c’era stato un aumento del 17% (50% – 33%) della capacità di traffico. In realtà, l’autostrada era tornata alle sue condizioni iniziali, e il vero prezzo che i contribuenti avevano dovuto pagare era stato quello della vernice, oltre all’aumento degli incidenti stradali!


Note

1. Alexander Keewatin Dewdney, 200% of Nothing, John Wiley & Sons, New York 1993, p.9.

2. “The Perils of Percentages” in The Economist, 18.04.1998, p.84. L’articolo è disponibile qui.

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