Durante un comizio a Lazzate, Umberto Bossi si è opposto all’ipotesi di spostare il Gran Premio di Formula1 da Monza a Roma, usando un vecchio argomento:
Basta con la sigla SPQR, Senatus PopulusQue Romanus. Io dico: «Sono Porci Questi Romani!»
Pochi sanno che il greve acronimo compare su uno dei manoscritti più importanti della storia dell’illusionismo – il De Viribus Quantitatis di Luca Pacioli (1445-1514). Definito da Bill Kalush “il primo manuale specificamente dedicato all’insegnamento dei giochi di prestigio”, il libro si chiude con una raccolta di indovinelli che definire “triviali” è un eufemismo.
Intitolata Problemata vulgari a solicitar ingegno et a solazzo, è una collezione di enigmi e giochi di parole, alcuni dei quali del tutto surreali, che all’epoca costituivano un preziosissimo bagaglio per chi si esibiva nelle piazze e intendeva condire le proprie esibizioni con battute di spirito, frizzi e lazzi.
La definizione che il frate fornisce di SPQR verrà ripresa nel XX secolo (opportunamente purgata) dai traduttori italiani di Asterix, il personaggio nato dalla penna di René Goscinny e Albert Uderzo.
Dimme, retorico et humanista, che significano quelle IV lettere poste ne l’insegna romana et per lor stendardi cioè S.P.Q.R.? Dirai: “sono porci questi romani”; o vero, interrogative: “sozzi, porci, que rodete?”; er responsive, per easdem retrograde: “rodeno queste pere seche”; o vero: “sono putane queste romanae”.
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