Un tesoro nascosto e un messaggio in codice per ritrovarlo. È un tema classico nei romanzi d’avventura, ma nel caso di Masquerade (1) , siamo nel mondo reale.
Masquerade uscì nel 1979, pubblicato da Kit Williams, un illustratore inglese. Magnificamente illustrato da una serie di grandi immagini a colori, dense di simbolismo, a prima vista presentava una semplice favola per bambini: il protagonista, Jack la Lepre, era stato incaricato dalla Luna di portare un dono al suo amato, il Sole. Una volta giunto a destinazione, Jack scopriva di aver perso il regalo, e invitava il lettore a ritrovarlo.
Il compito era da prendere più alla lettera di quanto si potesse immaginare: una nota invitava a guardare bene le figure: “In ognuno dei disegni di questo libro c’è una lepre da qualche parte. Riesci a trovarla in questa immagine?”. Intorno ad ogni figura erano state scritte alcune parole che sembravano incise nella pietra; alcune lettere, però, erano di colore rosso, e leggendo nell’ordine quelle della prima immagine, si otteneva la parola HARE, “lepre” in inglese. C’era di che insospettirsi...
Altre lettere avevano le braccia che si prolungavano più del solito: quelle della prima immagine formavano la parola LADY, “fanciulla”. Il libro era, infatti, un gigantesco meccanismo che nascondeva indizi a carattere geometrico, frasi in codice e – al termine del complicato percorso di scoperta – uno scrigno contenente un gioiello a forma di lepre.
Kit Williams e il gioiello nascosto
Uno degli indizi chiave era nascosto sulla quarta tavola, dove una donna reggeva un “Gioco del 15” ispirato al quadrato magico della “Melancolia” di Albrecht Dürer.
Dai numeri presenti sull’incisione, Williams aveva tolto il 7 e ricopiato gli altri. Il gioco andava letto in parallelo con la dodicesima tavola: su un lato compariva un foglio quadrato con alcuni gruppi di lettere colorati. I colori erano ispirati ai riquadri dell’abito della donna della tavola 4.
La caccia al tesoro si concludeva ad Ampthill (Bedfordshire) nei pressi di una statua di Caterina d’Aragona (esattamente qui). Il punto in cui il gioiello era stato nascosto poteva essere ritrovato seguendo l’ombra proiettata dal monumento a mezzogiorno il giorno dell’equinozio.
La statua di Caterina d’Aragona di Ampthill
Il tesoro non venne trovato che tre anni dopo la pubblicazione, nel febbraio 1982.
In Italia il libro venne pubblicato con il titolo Il Tesoro di Masquerade (Emme Edizioni); tradotto e reinventato da Joan Arnold e Lilli Denon, il percorso che portava al tesoro si concludeva a Monterosso al Mare (SP), dove un piccolo tesoro era stato nascosto ai piedi del gigante di pietra che domina la spiaggia.
Il tesoro in Liguria venne ritrovato dalla signora Carla Vignola.
Oggi, su una bancarella, ho trovato la versione italiana di un secondo libro di Kit Williams, senza alcun titolo sulla copertina. Si tratta della traduzione italiana del libro The Book without a Name (2) , e anch’esso contiene un messaggio in codice. Per adesso, ho identificato le parole “Tavola sette” nel testo del racconto, ma non sono riuscito a trovare altri indizi nelle molte e variegate illustrazioni.
La prima sfida proposta al lettore è quella di individuare le parole nascoste sull’immagine di copertina, che ne compongono il titolo:
Voi riuscite a vederci qualcosa?
1. Kit Williams, Masquerade, Jonathan Cape, Londra, 1979
2. Kit Williams, The Book without a Name, Knopf, New York, 1984
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