È sorprendente scoprire di vivere a pochi passi dal luogo ove cadde una divinità.

Narra la leggenda che il giovane Fetonte, figlio del dio del sole, si impadronì del carro del padre e ne fece imbizzarrire i cavalli. Gea, la terra madre, gridò fino a farsi sentire da Zeus, che fu costretto a lanciare un fulmine contro il carro per fermarlo. Fetonte cadde nel fiume Po, dove molti secoli più tardi sarebbe nata Augusta Taurinorum, l’odierna Torino.

Rubens (1577-1640), La caduta di Fetonte, ~1604

Sul luogo ove, secondo la tradizione, cadde il carro infuocato venne eretta nel 1898 una sontuosa fontana allegorica, realizzata dall’architetto torinese Carlo Ceppi (1829-1921). Composta da una grande vasca inclinata ovale in cui precipita una spumeggiante cascata, la fontana è sovrastata da una terrazza ellittica, su cui poggiano quattro gruppi di statue maggiori che raffigurano i fiumi che bagnano Torino: la Stura (1) , il Po (2) , la Dora (3)  e il Sangone. (4)  Lo specchio d’acqua è circondato da una balaustra arricchita da statue allegoriche dei dodici mesi. Originariamente nel bacino si trovavano anche altri gruppi statuari andati perduti: una sirena tirata da tre cigni, dei putti e un satiro portato a spalle dal Po.

La fontana dei dodici mesi – Torino (Tratta da qui)

Dietro la fontana sorsero, nel 1898 e nel 1911, due giganteschi edifici che ospitarono dapprima le gallerie dei padiglioni della Marina, della Meccanica, dell’Agricoltura, e in seguito il padiglione dell’Inghilterra. Demoliti al termine delle due esposizioni internazionali torinesi, oggi l’area ospita un semplice parcheggio.

A sinistra: l’edificio moresco del 1898 • A destra: il padiglione dell’Inghilterra del 1911

Poiché sorge a pochi passi da casa mia, è un luogo che frequento spesso, e da tempo faccio collezione di stampe e cartoline d’epoca che ritraggono la fontana e gli antichi edifici che vi facevano da sfondo. Ho quindi reso disponibile su Flickr.com parte della mia raccolta, che testimonia l’evoluzione architettonica dell’affascinante opera di Carlo Ceppi:

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È sopravvissuto il motivo che decora la balaustra, riscontrabile su una fotografia del 1898:

A sinistra: particolare di una foto del 1898 • A destra: fotografia del 7 gennaio 2010.


Note

1. Rappresentata da tre nudi femminili che scherzano intorno a una ruota di mulino con reti da pesca sullo zoccolo.

2. Rappresentato da una gigantesca figura barbuta.

3. Ritratta come una pastorella con la cuffia ornata di margherite, che con la mano destra disseta un ariete, mentre un giovinetto suona la zampogna.

4. Genio del fiume, che sorride spiando una coppia di amanti, mentre si abbeverano alle sue acque.

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