Renzo Rossotti
Il drago unisce le città magiche
Il problema è ristretto all’ambito europeo, nel cuore del vecchio continente, e un’analisi storica strettamente razionale appare impossibile - Le quattro «capitali della magia» (Londra, Praga, Lione, Torino) compongono quasi una costellazione - È interessante considerarle anche sotto il profilo astrologico.
Quali e perché le città magiche del mondo? Il tema, posto in forma di interrogativo, è affascinante e suggerisce una serie di argomentazioni piuttosto che una risposta categorica, unitaria, accettabile. Dopo la pubblicazione del mio libro Dove scesero gli dei, alcuni mi hanno scritto ponendomi interrogativi in proposito. Segno evidente che, di per sé, il problema era già ricco di suggestioni.
Un giovane “illuminato” pakistano, Sham Krishim, mentre stavo mettendo insieme il materiale per il libro, mi mostrò il disegno di un dragone che, sovrapposto a una carta geografica europea, unisce quattro città: nel becco tiene Londra, con la punta estrema dell’ala tocca Praga, mentre con le zampe si appoggia su Lione e Torino.
Il disegno è ricavato da un’antichissima incisione e Sham lo ha ricostruito per infondergli maggior nitidezza. Dunque, le città magiche del continente sono essenzialmente tre: Praga, Lione e Torino. A esse si aggiunge Londra, quale sintesi più espressiva di tutta la misteriosofia britannica.
Andare alla ricerca di un perché è estremamente arduo; ho constatato che, in fatto di magia, si supera, a ritroso, lo stesso mondo celtico per sfumare in una realtà in cui la storia non era ancora scritta.
Le città magiche
Londra pare aver assorbito la forza spirituale di Merlino e di Artù, sino a trasformarsi in un magnete che protegge da sempre le isole britanniche da qualunque invasione. E la storia di Londra e del Regno Unito è un po’ la conferma di questa affascinante teoria. Praga è il filtro che ha reso più cerebrali e pensate le realtà spirituali provenienti da popoli spesso barbari dell’Europa Orientale. Basta trascorrere qualche ora a Praga per rendersi conto di come Kafka abbia attinto a una realtà trascendente che ha lasciato la propria impronta nei muri, nelle pietre, nelle cose. Meno risolvibile l’enigma di Lione, l’antichissima Lugdunum Segusianorum, patria degli imperatori Claudio e Caracalla, di Sidonio Apollinare, celebre anche per i Concili che la Chiesa vi tenne in momenti difficili della sua storia. Di certo ha un grosso passato e nelle tracce archeologiche che serba tuttora forse vi è, in parte, una spiegazione all’alone magico che la fascia. Lione fu un crocevia della civiltà, determinante non solo per quanto riguarda la storia francese. Di ciò occorre tener conto.
Il discorso su Torino è complesso e, di sfuggita, lo abbiamo già affrontato qui due volte: la prima quando si tentarono atti di vandalismo nella Cattedrale di San Giovanni contro la Santa Sindone, il sudario che nel sepolcro avrebbe avvolto il corpo di Cristo. La seconda quando parlammo di una donna, Enrichetta Naum, che in Torino aveva praticato esorcismi conquistando perciò una fama non comune. Nel quadrato storico della vecchia Torino c’è il già citato duomo dedicato a San Giovanni, c’è la Sindone, vi è la chiesa del Corpus Domini, nata per il famoso miracolo eucaristico; vi sono templi e simulacri legati a invasioni straniere, al periodo dell’inquisizione, a foschi assassini (due dei quali compiuti proprio sulla soglia del duomo), alla fine orrenda delle ultime streghe processate e bruciate a Torino, senza considerare altri avvenimenti che ci porterebbero lontano dal nostro sentiero ma che vengono a congiungersi al passato più remoto della città che attirò veggenti, profeti, santi, personaggi come Casanova ed Erasmo da Rotterdam, per non citarne che alcuni.
Torino, uno dei vertici del triangolo
Dunque, nel cuore dell’Europa, tenuta insieme da un dragone, c’è una ragnatela magica che collega quattro città. Il fatto è singolare e non stupisce che di tanto in tanto faccia scorrere un rivoletto d’inchiostro; spesso si sentono anche fastidiose imprecisioni. Cosi è possibile che in una miscellanea assurda, si affianchino alle città del continente metropoli d’oltreoceano che non c’entrano affatto. Con divertita sorpresa abbiamo appreso da L’Espresso, nella rubrica “Il lato debole” (a cura di Camilla [Cederna]), che in Torino prospera la magia nera — e questo lo sapevamo da un pezzo — e che “Torino è uno dei vertici del triangolo di magia nera esistente al mondo (gli altri sono Londra e Chicago)...”
Già questa faccenda del “triangolo di magia nera” lascia sbigottiti. Evidentemente “Camilla”, un pochino sprovveduta in materia, aveva sentito parlare di un triangolo magico e in effetti fino a qualche tempo fa si parlava di Lione, Torino e Praga. Poi si aggiunse Londra. Ci sarà forse anche un briciolo di magia nera, ma nell’insieme si tratta di ben altro, con radici assai più valide e più profonde, come abbiamo accennato prima.
Poiché alcuni lettori si sono rivolti a noi per capirci qualcosa in tale guazzabuglio, ripetiamo ciò che abbiamo detto in Dove scesero gli Dei a proposito del drago magico. Inoltre è ovvio che Chicago non c’entra affatto. È una delle città americane in cui, secondo dati statistici, l’esoterismo è più seguito, la magia suscita maggior interesse, anche con riti “neri” talvolta abbastanza stravaganti. Si usano più sfere di cristallo a Chicago (per non parlare dei pendolini) che a New York, Filadelfia e Tokio. Questo è vero, ma un fenomeno analogo, con il fiorire di sette che onorano questo o quel demonio, che si propongono obiettivi che lasciano a bocca aperta, è riscontrabile anche in molti centri della California. Chicago non rientra comunque in nessun triangolo o quadrilatero magico.
È probabile tuttavia che la collaboratrice de L’Espresso volesse fare dell’umorismo, anzi è senz’altro così. Lo si comprende quando afferma: “Gran vendita, sempre a Torino di questi tempi, di turiboli, candelabri, piviali (da cui naturalmente sono stati cancellati i simboli sacri); necessaria per evocare Satana la mano mummificata di una nobildonna inglese finita sulla forca...” Non occorrono commenti.
Il fascino delle città unite dal dragone
Più facile pensare, eventualmente, ad una situazione letteraria in cui il diavolo la fa da padrone scegliendo a piacimento gli scenari dove operare. È la solita filosofia di Goethe, di Proust ed anche di Mann, che finisce per “impiegare” il diavolo quale elemento liberatore delle inibizioni di uno schema ben determinato, in cui l’uomo è prigioniero. È un po’ il risorgere, tenuto conto delle dimensioni e del tempo trascorso, della grande ambizione romantica. Per restare al tema delle città magiche, che è il punto che c’interessava chiarire, rinunciando in questa sede alle suggestioni letterarie, resta da sottolineare che il volgere dei secoli non ha scalfito per nulla la fascinosa attrazione delle città unite dal dragone; caso mai l’ha accresciuta. E poi, se si vuole trovare ancora un centro che in fatto di dimensione magica abbia qualcosa da dire, un discorso da portare avanti, ecco sotto gli occhi Parigi che supera di gran lunga ciò che Chicago può offrire, ma pensiamo che i lettori siano già paghi di quanto abbiamo detto, consapevoli che graffiando il terreno delle metropoli “agganciate” dal drago si possa ogni volta ricavarne sorprese. È un incitamento verso un turismo insolito. Perché ciò avvenga nel modo più fruttuoso, è indispensabile andare oltre le apparenze, al di là delle percezioni suggerite dall’ambiente e dalla cornice geografica. Occorre, in breve, saper cogliere un’essenza, un quid invisibile ma avvertibile, e non importa che ciò non sia alla portata di tutti.
Del resto, dimenticando il dragone, fissando su un foglio di carta trasparente i soli punti delle quattro città (Londra, Praga, Lione e Torino) si viene componendo un quadrilatero, anzi, un trapezio che ha l’aspetto di una simmetrica costellazione.
Proprio per tale motivo può essere curioso vedere quale sia la posizione astrologica di tali città, ché ormai è noto come l’astrologia, oltre che occuparsi degli uomini e perfino degli animali, riesca anche a collocare gli stati, le regioni e le città sotto l’influsso di questa o quella costellazione.
Ebbene, esaminando i testi più autorevoli in materia, vediamo che tanto Londra quanto Torino si trovano nel segno zodiacale dei Gemelli, ed hanno entrambe beneficiato dal trovarsi sulla riva di un grande fiume, il Tamigi per la prima, il Po per la seconda, con un importante passato per entrambe nell’èra romana. Praga, toccata dalla punta estrema dell’ala del drago, è sotto il segno del Leone, mentre Lione (come Parigi) risente dell’influsso della Vergine.
Gli scettici potranno anche sorridere, ma nel contesto magico del quadrilatero che abbiamo indicato c’è anche questo substrato astrologico e forse sarebbe un errore non tenerne conto, vista l’antichità di una “scienza” che presso i popoli ebbe sin dagli albori un peso non trascurabile. Nessuno può escludere, a priori, che in un’epoca ancora da venire queste città debbano esercitare un peso tanto rilevante quanto quello che ebbero nel passato. I cinesi che, è noto, sono dei saggi, ritengono che il drago, di per sé, sia principio di ogni felicità, custode dei beni della terra, signore delle montagne. Un surreale simbolo di buon auspicio, dunque.