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Storia del “Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario”

Massimo Bucchi, 2014.

Nel 1854 il magnetizzatore torinese Eugenio Allix esorta i colleghi a portare il mesmerismo fuori dalle pareti domestiche: «Apparteniamo alla scuola militante [e] dichiariamo guerra accanita a tutti quelli che mancheranno ai sacri doveri che incombono a ciascuno che si dice magnetizzatore.»

In quegli anni a Roma la pratica del mesmerismo è un’attività illegale, espressamente vietata da Papa Pio IX. Gli unici che possono operare in tal senso sono gli illusionisti. Il magnetizzatore Francesco Guidi lo racconta inorridito: «A Roma […] pubblici esperimenti non possono farsi da veri magnetizzatori; ed hanno soltanto il libero transito e la superiore approvazione le ciarlatanerie dette magnetiche dei [noti prestigiatori] Pisenti e dei Zanardelli.»

A 160 anni di distanza sarebbe delittuoso non approfittare del privilegio di cui l’illusionismo gode rispetto alle tradizionali arti occulte.

Il «Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario» risponde all’appello militante di Allix, con la convinzione che — se davvero la Rivoluzione si farà con ogni mezzo necessario — dovrà servirsi anche di una bacchetta magica.

2015 “Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario” a cura di Mariano Tomatis e Wu Ming | CREDITS