Il mio libro di magia
Tlon, Roma 2024
Hai mai pensato di poter creare qualcosa dal nulla? O di sfogliare un libro che si trasforma davanti ai tuoi occhi? E magari di riuscire a prevedere il futuro?
Mariano Tomatis ci invita in un vero e proprio laboratorio di prodigi, dove ricreare gli antichi trucchi tramandati dall’illusionismo classico.
Attraverso dieci lezioni e trenta giochi di prestigio scopriamo però che il trucco non serve solo a stupire, ma può costruire una “magia gentile” che sfida convenzioni e stereotipi, libera dall’asfissia machista delle norme di genere e promuove un illusionismo conviviale e antifascista.
L’arte magica può essere più di una performance e diventare un gesto politico. Vuoi utilizzare la manipolazione per ingannare il pubblico o per renderlo felice? Il mio libro di magia ci guida a decostruire il rapporto tra illusionista e pubblico, trasformandoli in complici di un gioco che ispira meraviglia, connessione e cura.
Mariano Tomatis, Il mio libro di magia, Tlon, Roma 2024, 144 pp., B&N (14×21 cm).
Il libro è disponibile · ACQUISTA
Paolo Albani recensisce il libro su Il Sole 24 Ore, 16 febbraio 2025
“Tomatis sottolinea che le sue lezioni intendono mettere in discussione l’idea dominante della figura del maschio: l’attitudine al dominio, al machismo e alla sopraffazione che contamina anche gli spettacoli di magia. Abbracciare un illusionismo gentile, afferma Tomatis, può renderci più consapevoli, liberarci da norme asfissianti e incoraggiare relazioni basate sulla cura e il rispetto. È il pensiero magico di un illusionista antifascista, oggigiorno una vera rarità.” (continua)
“La magia gentile”: la recensione del libro su La Guida, 6 febbraio 2025
“Dieci lezioni e trenta giochi di prestidigitazione, ma lo scopo dell’autore non è solo quello di insegnare. Lo dice fin dall’inizio: il compito dello spettacolo di magia non è umiliare la vittima designata, bensì meravigliare il pubblico.” (continua)
Enrico Bettinello recensisce il libro su Facebook, 14 gennaio 2025
“Alla base del libro c’è però – pur giocato con grande leggerezza – un interessante taglio “politico” (la copertina, ispirata alle classiche illustrazioni dei manuali di magia, rischia forse di sviare potenziali lettori più “riflessivi”), teso a rielaborare il rapporto tra chi compie l’illusione e chi la riceve, solitamente manipolatorio e dichiaratamente ingannevole, per svelarne invece le potenzialità di condivisione e convivialità.” (continua)
Il libro tra le Cose preziose di Lipperini su l’Espresso, 28 dicembre 2024
“Esiste un modo politico, e persino anti-fascista, per praticare la nobile arte dell’ilusionismo. Laddove, fin qui, la magia viene riassunta nella frase di Jerry Seinfeld «Ecco una moneta, ora è sparita. Sei uno sfigato. Eccola riapparsa. Sei un idiota. Lo show è finito». Ma si può fare di meglio: al centro non mettere più il mago ma chi partecipa allo spettacolo. Tutto con gentilezza: la chiave, dice Tomatis, per fare la rivoluzione.” (continua)
Lorenzo Gasparrini recensisce il libro su Facebook e Instagram, 24 dicembre 2024
“Il personale è politico, anche se sei un illusionista, un mentalista, uno storico della magia. Tomatis, in più, è pure antifascista: non usa il potere per dominare altre persone, ma lo distribuisce paritariamente per renderci tutt3 più potenti proprio verso chi cerca di dominarci.” (continua)
Matteo Glendening recensisce il libro su Revenews Arts, 20 dicembre 2024
“La magia non è mai neutrale. Da sempre, il mago è una figura di potere: l’unico a conoscere il trucco, l’unico a decidere cosa mostrare. Ma cosa succederebbe se quel potere venisse condiviso? Alla base del libro c’è un ribaltamento radicale della prospettiva.” (continua)
Marco Cicala recensisce il libro sul Venerdì di Repubblica, 13 dicembre 2024
“L’autore Mariano Tomatis è ben noto agli appassionati del genere. Stavolta ci irretisce con 140 pagine dove l’erudizione storica (le gesta di ‘maghi’ d’ogni tempo) si mescola alle istruzioni per trenta «prestigi gentili» dall’attrezzistica casalinga: mazzi di carte, dadi, caramelle, fiammiferi, calamite, portapillole... E voilà.” (continua)
Calendario delle presentazioni
Torino • 22 novembre 2024 Mariano Tomatis presenta Il mio libro di magia in dialogo con Silvia Gabbatore e Filo Sottile presso Nora Book & Coffee.
Bologna • 5 dicembre 2024 Mariano Tomatis presenta Il mio libro di magia in dialogo con Pablo Marchitto presso la Libreria Sette Volpi.
Firenze • 6 dicembre 2024 Mariano Tomatis presenta Il mio libro di magia in dialogo con Alessia Dulbecco e Francesco D’Isa presso la Libreria Alice.
Roma • 7 dicembre 2024 Mariano Tomatis presenta Il mio libro di magia in dialogo con Loredana Lipperini durante Più libri più liberi presso la Sala Vega della Nuvola.
Milano • 11 dicembre 2024 Mariano Tomatis presenta Il mio libro di magia in dialogo con Marco Reggio presso la Libreria Antigone. Con un’esibizione di mentalismo di Luna Reggio.
Dronero (CN) • 13 dicembre 2024 Mariano Tomatis presenta Il mio libro di magia in dialogo con Beatrice Condorelli presso il Circolo magico Blink!.
Napoli • 28 dicembre 2024 Mariano Tomatis propone un laboratorio magico che approfondisce i temi de Il mio libro di magia, seguito da una presentazione del libro insieme a Salvatore Liguori presso l’ex OPG Je so’ pazzo.
Pancalieri (TO) • 10 gennaio 2025 Mariano Tomatis presenta Il mio libro di magia in dialogo con Jessica Calavita e Irene Fiorino, rispettivamente presidente e socia del Circolo magico Carlo Rossetti.
Reggio Emilia • 25 gennaio 2025 Mariano Tomatis propone un laboratorio magico che approfondisce i temi de Il mio libro di magia, seguito da una presentazione del libro in dialogo con Roberto Cardarelli presso Casa Bettola.
Macerata • 2 febbraio 2025 Mariano Tomatis presenta Il mio libro di magia in dialogo con Loredana Lipperini durante il festival letterario I giorni della merla.
Carrara • 28 febbraio 2025 Mariano Tomatis presenta Il mio libro di magia in dialogo con Luca Locati Luciani presso Fuori Luogo.
Trenta prestigi gentili che coinvolgono carte
da gioco, dadi, caramelle, fiammiferi, calamite,
puzzle, origami, rompicapi, ecc. illustrati in dieci
lezioni ricavate da antichi libri di prestigiazione
meritevoli di tornare in circolazione per
contaminare la modernità e ispirare una
magia conviviale e antifascista.

«Ah, il tempo della vita è breve,
e se viviamo, viviamo per calpestare i re.»
William Shakespeare, Enrico IV
Prologo
Londra, 1635. Tra le attrazioni della fiera di San Bartolomeo c’è anche un mago. Si chiama Hocus Pocus, come la formula magica. In mano ha una pallina e invita uno spettatore a prenderla. Mentre costui sta per afferrarla, l’illusionista chiude la mano e lo guarda negli occhi: «Prima, però, mi assicuri che sarai svelto?».
È una domanda a trabocchetto: serve a distrarre lo spettatore e a fargli allontanare lo sguardo dal pugno chiuso; nel gergo magico, è un’azione di misdirection, “direzione sbagliata”. L’uomo ci casca, alza gli occhi e dice di sì sorridendo. Nel frattempo, Hocus Pocus ha fatto cadere la pallina in tasca e riportato il pugno nella posizione iniziale: è la mossa segreta in vista del prestigio. Il mago sussurra in latino: «Vade couragious, celeriter vade» (“vai con coraggio, vai velocemente”). Lo spettatore crede che sia un invito a far presto; non sa che Hocus Pocus sta ordinando alla pallina di sparire e di farlo in un battibaleno. Il mago apre lentamente la mano e la pallina è sparita!

Il pubblico scoppia a ridere: se la gara consisteva nel dimostrarsi più veloci dell’altro, Hocus Pocus ha vinto nel modo più spettacolare. L’uomo guarda mortificato la mano vuota, ma l’umiliazione non è finita; il mago rincara la dose con una pesante allusione:
Se sei altrettanto lento a prendere la donzella che hai accanto, anche quando ce l’hai già tra le braccia, non scommetterei un centesimo sulle tue doti amatorie.
Lo spettatore si allontana pieno di malumore. Gli avevano detto che la magia è l’arte dell’incanto e della meraviglia; mai avrebbe immaginato di tornare a casa con un peso sullo stomaco. Non sapeva che la bacchetta magica si potesse usare come un randello.
La vittoria per ko ha galvanizzato gli altri spettatori: anche loro vogliono usare la magia per sconfiggere gli avversari. Hocus Pocus ha quello che fa per loro: un manuale di illusionismo che non si limita a insegnare i trucchi del mestiere; far sparire una pallina non basta, se non sai trasformare il prodigio in un’esperienza dolorosa e frustrante per la tua vittima.
Hocus Pocus fornisce chiavi in mano il copione giusto, le battute di spirito con cui accompagnare i giochi di prestigio. Il libro che vende alla fine dello spettacolo si intitola Anatomia della prestigiazione (1635) e riporta le parole pronunciate pochi minuti prima (in inglese antico Lasse significa “donzella”):

If you can hold a pretty Lasse no faster, when you have her, I will not give a pin for your skill. (link)
L’insegnamento del mago è semplice: se vuoi divertire il pubblico, scegli una vittima e usa la magia per umiliarla, mettendo in dubbio le sue doti amatorie e intellettuali. Dal Seicento a oggi, la lezione di Hocus Pocus si è affermata dappertutto: molti giochi di prestigio offrono strumenti per prevalere sugli altri, fornendo randelli sempre più potenti. L’illusionista ostenta il suo potere al pubblico, dimostrando di saper fare l’impossibile; chi osa sfidarne la figura ne esce con le ossa rotte.
Nessuno l’ha detto meglio di Jerry Seinfeld:
Tutta la magia si può riassumere in: “Ecco una moneta, ora è sparita. Sei uno sfigato. Eccola riapparsa. Sei un idiota. Lo show è finito”.
Se il comico ha ragione e quell’approccio ci mette a disagio, perché occuparci di prestigiazione? Non dovremmo lasciarla a chi ha un carattere prevaricante, rifugiandoci nella pittura ad acquerello o nel lavoro a uncinetto? In realtà, l’alternativa esiste ed è esaltante. A suggerircela è il poster di David Devant – forse il più bel manifesto illusionistico di sempre.

Il mago è ritratto di spalle mentre i volti meravigliati del pubblico riempiono la scena. Il primo messaggio è chiarissimo: al centro non ci sei tu ma chi partecipa allo spettacolo. Il secondo è scritto in un angolo ed è la chiave per fare la rivoluzione:

Tutto fatto con gentilezza.