Gustavo Rol
/ Paolo Villaggio
I prodigi di Rol? Fellini se li inventava
Leonetta Bentivoglio Federico Fellini aveva amici?
Paolo Villaggio Macchè, diceva troppe bugie. Seduceva regalando menzogne. Però era caldo, fintamente accogliente. Una cuccia di finzioni. Usava vezzeggiativi per tutti. Paolo, Paolino, Paolettino. Diminuiva persino i diminutivi. Esageratamente affettuoso. Un po’ perchè si sforzava di mostrarsi umile, visto che era un monumento, il che lo imbarazzava, e simulare affetti eccessivi gli pareva un antidoto al disagio. Un po’ perchè era perseguitato dal bisogno di farsi amare. Dunque mentiva. Diceva: costui lo detesto, per poi fargli feste inaudite quando lo incontrava. Poteva farmi piangere fino allo scioglimento. Quando facemmo La voce della luna mi emozionai più volte in modo devastante. [...] A renderlo attraente c’era quella certa fragilità da baro.
LB In che cosa barava?
PV Aveva il sospetto di giocare una partita truccata. Sai il mio timore?, mi diceva. Che si accorgano della mia mediocrità. Cosa che può accadere solo alle persone straordinarie. [...] Reagiva attaccandosi a persone con tre requisiti: bisognava somigliargli un po’, non essere troppo prevedibili e schematici e saper ascoltare le sue balle. Come tutti i grandi raccontatori, era un immenso ballista.
LB Di cosa gli piaceva parlare?
PV Di tutto. Era lampeggiante. Con lui non c’era un attimo di noia. Adorava le storie di magia. Era attratto da agopunturisti, stregoni, linfodrenaggi. Era fissato col mago Gustavo Rol, e quando ne raccontava i prodigi si capiva che li stava inventando.
LB Credeva in Dio?
PV Naturalmente no. Chi mai potrebbe? Però era ossessionato dall’aldilà. Si sa che la religione cattolica è spaventosamente vaga sull’argomento. A parte Dante, nessuno che si sia preso la briga di spiegarci il paradiso. E per di più il cattolicesimo ti prende in giro: adesso sei infelice, ma dopo la morte vedrai che goduria! Il buddismo e l’induismo, col nirvana e le reincarnazioni, hanno risolto il problema. Per non parlare di quelli della striscia di Gaza con la cintura piena di esplosivo: nell’oltretomba li attendono fontane di vino e ragazze stupende.
Fonte Intervista a Paolo Villaggio di Leonetta Bentivoglio, Repubblica, 3.8.2003.