Tale salame deve essere fatto di latta e consiste di venti piccoli cerchietti inanellati nel verso della lunghezza in modo tale che possano quasi infilarsi uno dentro l’altro; un pezzo di tela è fissato sul bordo esterno del cerchietto più grande, al fine di non fare urtare gli altri contro i denti ricadendo nella bocca. Segue figura, indicata con le lettere AA:
Si tiene segretamente questo “salame” (così chiamato) nella mano sinistra, con la terminazione telata dalla parte superiore, e con la mano destra si prende dalla borsa una pallina, e poi si dice: «Se vi fosse fanciulla alcuna che abbia perduto la propria innocenza o qualche donna che non goda più della buona considerazione dei suoi vicini a cagion del fatto che non la considerano più così giovine come lei vorrebbe tanto apparire, fate che venga a me, poiché questa palla ne è il rimedio invero.» Quindi si finge di mettere la palla nella mano sinistra ma la si lascia scivolare in grembo e si mette il salame sulla bocca tenendo la mano chiusa, che si crederà contenere la palla mostrata precedentemente. Poi si inclina indietro la testa e si apre la bocca e il salame scivolerà giù per tutta la sua lunghezza allorché si potrà spingerlo dentro la bocca di nuovo con la mano destra. Si fa questo per tre o quattro volte di seguito e l’ultima volta lo si può toglier dalla bocca lasciandolo nella mano e facendo qualche smorfia di dolore come se si fosse bloccato nel gozzo per poi farlo ricadere in grembo senza destar sospetto alcuno, e se ci si allena a picchiettare un poco la gola con i pugni chiusi da entrambi i lati del collo, il salame sembrerà far rumore come se fosse rimasto in gola. Infine si conclude dicendo così: «Nei Paesi Bassi ingurgitano salsicce che guizzano in gola prima ancora di poterle addentare!»
Questa è la prima descrizione in letteratura magica di un attrezzo telescopico retrattile. Si noti l’allusione sessuale fuor di censura. Altre allusioni velatamente maliziose e battute a sfondo sessuale abbondano nella trattazione magica, caratterizzando lo stile di Hocus Pocus Junior come amante dei doppi sensi, dell’innuendo e dei giochi di parole ambigui, probabilmente consuetudine del gergo e dello spettacolo di strada inglese e del suo irriverente humour seicentesco.
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