Ritrovo su un vecchio hard disk i miei appunti di lavoro del 2002, l’anno in cui scrissi la biografia critica di Gustavo Rol (1903-1994) ROL Realtà O Leggenda (Avverbi 2003).

Tra il materiale cartaceo a mia disposizione c’era questo articolo tratto dal periodico Metapsichica (1966): analizzando la figura del sensitivo torinese, l’autore Nicola Riccardi rifletteva sul concetto mesmerico di “lucidità”.

Digitalizzando l’articolo, il software per il riconoscimento automatico del testo sbagliò a leggere l’ultima parola – ma la versione proposta sembrava perfino più lucida dell’originale:

Rol è forse l’avanguardia di una nuova generazione di sensitivi che per la loro compiuta personalità scoprono di poter strutturare le loro attitudini [...] in stato di coscienza lurida.

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