I nostri buoni amici dell’Affondatore di Ancona, che in questi giorni furono chiamati a giudicare di una sfida avvenuta fra i Sig. Castagnola [prestigiatore] e Zanardelli [magnetista], hanno stesa la seguente relazione che noi sottoponiamo al giudizio di quei lettori non ancora persuasi delle arti impiegate dai fautori della teoria dei fluidi. Non giova ridire quanto fu già ripetutamente scritto sul conto di Zanardelli [...] Noi speriamo che presto o tardi tutti questi mercanti della credulità pubblica saranno smascherati.

Ancona, 15 agosto 1868.

Chiamati quali testimoni ed arbitri nella questione insorta fra il signor Francesco Castagnola, ed il sig. padre e figlio Zanardelli, tendente a stabilire per parte del primo, che i miracolosi effetti attribuiti alla forza del magnetismo null’altro sono che giuochi di prestigio abilmente combinati, ci recammo nel giorno 14 corrente insieme al Castagnola suddetto in casa dello stesso signor Zanardelli per appianare con la nostra mediazione qualunque difficoltà fosse insorta fra essi sul modo di prova in faccia al pubblico. Prima di quel giorno era fra il Zanardelli ed il Castagnola interveduto uno scambio di corrispondenza per lettera col mezzo del quale nulla aveano potuto concludere di positivo. I Zanardelli pretendevano che il Castagnola dovesse primo agire con i suoi esperimenti, riservandosi essi l’ultima parte dello spettacolo.

Alla presenza nostra però, dopo lievi opposizioni fatte dall’una parte e dall’altra, finalmente si stabiliva di chiedere alla sorte quale fra i Zanardelli e Castagnola dovessero presentarsi primi in faccia al pubblico con i loro esperimenti, abbenchè il diritto di agire posteriormente spettasse al Castagnola, come a quello che si era offerto di smentire le prove magnetiche dei Zanardelli.

Accettavano questi da principio, quindi si rifiutavano ad ogni partito, dando così a conoscere che essi volevano schermirsi da qualunque confronto. E le parole pronunziate dal Zanardelli figlio, in tale circostanza, provano com’esso non riponesse troppa fiducia nella scienza del magnetismo da lui professata.

Interrogato da uno di noi se era interamente convinto che dalla forza del magnetismo scaturissero la chiaroveggenza e la comunicazione delle idee, rispose in modo affatto contrario, tanto che il Zagaglia sottoscritto non potendosi più oltre contenere, dovè lanciarli in viso la seguente proposizione: deponete anche voi la maschera dell’impostura, e confessatevi una volta qual prestigiatore e null’altro.

Presi allora alle strette da siffatti argomenti, i Zanardelli rimettevano la cosa a più maturo consiglio, promettendo di far conoscere la presa determinazione in proposito non più tardi delle ore otto e tre quarti pomeridiane del giorno stesso ed ivi ci unimmo al Zanardelli che aveano portato in loro compagnia i signori R. Panzini e Giuseppe Pisati professore di Fisica in questo Liceo. Difatti all’ora fissata ci trovammo di nuovo nella piazza del Teatro e di concerto passeggiando ci riducemmo al foro così detto di Lamoricière.

I Zanardelli rifiutavano asseverantemente quanto si era detto nel mattino di affidarsi alla decisione della sorte. A nulla valsero le parole nostre, e le parole del signor Panzini che li istigavano ad accettare una tale proposta atta a por termine ad una questione che toccava troppo da vicino l’amor proprio, il decoro, e la convenienza di ambedue le parti. I Zanardelli vollero ad ogni costo rimanere sulla negativa.

Allora il signor Panzini si fece a tentare un’ultima prova, dicendo ai Zanardelli: o voi accettate un tal mezzo per trarvi d’impaccio col pubblico anconitano, o voi sarete costretti partire immediatamente da questa città, per nascondere la vergogna di cui vi siete fin da ora coperti. Ma il Zanardelli padre asserendo che lo si voleva rovinare, dichiarò che assolutamente non ne voleva più sapere. Il Castagnola dopo queste parole cercava anch’esso di rinfrancare l’abbattuto spirito dei Zanardelli offrendo loro in ogni caso la sua amicizia. Al nobile contegno di quest’ultimo il Zanardelli figlio rispondeva con atroci insulti, quasi che questi valessero a convalidare il poco delicato procedere di essi, in presenza di onesti cittadini che si prestavano volenterosi ad un componimento fra loro. Il Castagnola indispettito si scagliava sullo Zanardelli figlio, percuotendolo, ed avea luogo come una zuffa, che col nostro concorso si terminava sull’istante.

Noi testimoni dei fatti li abbiamo qui riportati nel modo come sono avvenuti; ora su di questi giudichi il pubblico imparziale; ad esso i commenti e il giusto criterio su tale questione.

Marco Pierotti
Achille Tangherlini
Augusto Gentili
Luigi Zugaglia
Roberto Panzini

Sullo stesso argomento ci giunge la seguente lettera:

Quantunque io fossi e sia tuttora del parere che a risolvere la questione sorta tra i Signori Castagnola e Zanardelli, e precisamente a provare la trasmissione del pensiero per mezzo del magnetismo animale, sia necessario non una sfida in un pubblico teatro, bensi accurati esperimenti fra pochissime persone, tuttavia per amore della verità devo attestare che il sig. Zanardelli padre si ricusò di accettare le condizioni espresse nel sovrascritto articolo, e che ne consegui quanto nell’ articolo medesimo è dichiarato.
Ancona, 15 agosto 1868.
Prof. Giuseppe Pisati

Tratto da Il libero pensiero, N. 8 (1868), pp. 127-128.

Tutti i post sono distribuiti con Licenza Creative Commons BY-NC-SA 4.0