MARIANO TOMATIS

WONDER INJECTOR

Scrittore e illusionista
Mariano illumina le
meraviglie sul confine
tra Scienza e Mistero.

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La magia della mente

INTRODUZIONE

«L'alfabeto potrebbe essere visto come una potente forma di magia. Sai, apriamo il giornale al mattino e concentriamo i nostri occhi su quelli schizzi inerti di inchiostro sulla pagina, e immediatamente udiamo voci e abbiamo visioni e sperimentiamo conversazioni che avvengono in altri luoghi e tempi. Questa è magia! È bizzarro: appena guardiamo queste lettere stampate sulla pagina, vediamo quel che dicono. Ci parlano. Non è diverso da un anziana Hopi che viene fuori dal suo pueblo, concentra gli occhi su una pietra e sente la pietra parlare...»

—David Abram

Questo è un libro magico. Lo è perché condivide la magia di ogni libro: quella di comunicare con la mente di chi legge attraverso piccoli simboli neri allineati su un oceano bianco; ma lo è anche per la natura dei pensieri che trasmette, tutti in qualche modo intrecciati alle facoltà straordinarie di cui è dotato il nostro cervello.

È antico quanto l'uomo il tentativo, da parte della mente, di indagare sui propri confini e sulle proprie possibilità. Questi studi hanno sempre dovuto confrontarsi con l'esperienza di individui che mostravano caratteri straordinari, le cui abilità mentali sembravano collocarsi nel dominio della magia piuttosto che in quello della scienza.

Nel corso dei secoli, la pratica di tali facoltà ha tratto linfa dal contesto culturale e sociale di ogni epoca, manifestandosi in forme sempre diverse, tutte però accomunate da una certa ambiguità di fondo. Per questo motivo, ricostruire una storia della magia mentale significa innanzitutto identificare con un nome collettivo i suoi protagonisti.

Gli inglesi usano la parola psychic, che ha in sé quella giusta ambivalenza con cui avremo a che fare nel corso di queste pagine: il termine definisce, infatti, l'individuo che riesce a percepire ciò che va al di là dei cinque sensi, facendo uso di una facoltà (appunto) extrasensoriale, ma anche l'artista che, attraverso elaborati giochi di prestigio, emula come un attore le stesse capacità. L'italiano non ha una parola altrettanto ambivalente: mentre per definire gli individui dotati di facoltà extrasensoriali si usa il termine sensitivo, nel gergo dei prestigiatori l'artista che presenta effetti di magia mentale è chiamato mentalista. La scelta di uno dei due appellativi, però, contiene già un giudizio di merito: chi è sensitivo, infatti, possiede realmente quei poteri che chi è mentalista si limita ad imitare in modo teatrale.

L'ambivalenza del termine psychic è preziosa in questa sede, perché il percorso qui proposto sarà condotto su una linea di confine: quella che George Hansen ritiene essere la "regione" del paranormale. Nel suo The trickster and the Paranormal il parapsicologo e prestigiatore americano associa al paranormale i concetti di «de-strutturazione, mutazione, transizione, disordine, liminalità, […] e sfumatura dei confini»1 ed offre, come esempio di questa ambiguità, la parola magia, da sempre utilizzata per definire sia l'uso di poteri occulti, sia la pratica dei giochi di prestigio.2

Per semplicità userò quindi la parola mago, e con magia mentale mi riferirò alla capacità di realizzare prodigi attraverso l'uso - vero o simulato - di facoltà extrasensoriali.

Raccontare una storia della magia mentale dalle origini ai giorni nostri richiederebbe un numero imprecisato di pagine, tanti sono i dettagli e le sottigliezze che varrebbe la pena di analizzare. Più modestamente, in queste pagine racconterò una selezione di storie, scelte tra le più curiose, che gravitano intorno ai prodigi della mente e che - ovviamente - non intendono esaurire l'argomento quanto piuttosto fornire al lettore un variegato panorama di questo aspetto della magia, fatto di cronache, aneddoti, confidenze e… segreti. Sì, perché dall'Antico Egitto ai giorni nostri, la magia mentale ha sempre intrecciato la propria storia con segreti custoditi con cura e dedizione, tramandati di generazione in generazione per lo straordinario potere che conferivano a chi li possedeva.

In queste pagine verranno toccati molti di questi segreti: per una volta, sarà possibile gettare uno sguardo dietro le quinte, per intuire di che materia sono fatti i miracoli raccontati. Dopo un primo momento di sbigottimento, qualcuno potrebbe essere indotto a volerne sapere di più: costoro troveranno in appendice una lista di libri su cui approfondire ognuno degli argomenti trattati.

In definitiva, questa storia della magia mentale intende offrire un percorso cronologico che, attraverso dodici personaggi e altrettanti testi, illustri le principali aree di una delle regioni più affascinanti del pianeta dell'illusionismo: quella al confine con i poteri della mente e le facoltà extrasensoriali. Lettori diversi sceglieranno percorsi diversi: se qualcuno apprezzerà la cavalcata attraverso i secoli sulle tracce di straordinari personaggi dimenticati, altri utilizzeranno questo libro come raccolta di riferimenti bibliografici per crearsi una biblioteca magica che copre svariati secoli, mentre altri ancora potranno considerarlo un manuale che svela le origini, storiche e simboliche, di tutti i principali temi della magia mentale.

Non esiste una via giusta. Come diceva il filosofo e prestigiatore David Abram, «Magic is the Way».

—Mariano Tomatis

1 George Hansen, The trickster and the Paranormal, Xlibris Corporation, 2001, p.22.
2 Hansen, op.cit., p.19.
3 David Abram nell'intervista radiofonica rilasciata a Scott London, "The Ecology of Magic", andata in onda nel corso della serie Insight & Outlook.

EDITORE

SugarCo

PUBBLICATO NEL

2009