XXX (Anonimo)

Se ci sei batti un Golpe

Dietro la cortina degli Ufo si nasconde un intrigo internazionale?

La panoramica socio-politica dell’entità chiamata Italia è quella cosa per cui si può passare, nelle cronache di ogni giorno — e le cronache altro non sono che la fabbricazione della storia — dalle vicende sindacali alla presenza, più o meno concretizzabile, allo stato presente, di extraterrestri in visita fra noi. Solo questa poliedricità può infatti spiegare un fenomeno come quello del SIC (i lettori meno avveduti non pensino di essersi confusi e di aver letto SID), che dovrebbe significare Sidereal Intercontacts Centre, una organizzazione di cui ci siamo occupati più volte su queste colonne, sia con ampi servizi, sia in breve, gratificandola anche con una interpretazione nostra della sigla: SIC ossia Siamo Intimamente Cretini. Evidentemente gli extraterrestri non hanno familiarità con la carta bollata poiché, diveisamente, avrebbero avuto ampio modo di darci querela. Sarebbe stato interessante, come caso giuridico e come precedente, poiché non risulta sino a questo momento che vi sia stata alcuna querela per diffamazione presentata da extraterrestri nei confronti di irriverenti abitatori del pianeta Terra. Comunque i marziani (o venusiani, oppure saturnini) sono sempre in tempo e saremmo ben lieti di ricevere la dovuta citazione in giudizio. Del SIC ci occupammo quando apparve, circa un anno fa, come fenomeno improvviso e -— dobbiamo riconoscerlo — anche abbastanza divertente. In circolari spedite da Torino e in cui si insisteva sempre sulle riunioni periodiche a San Giusto Canavese, si parlava di extraterrestri fra noi, di conferenze tenute a Torino, di atterraggi di un vegliardo di 256 anni (l’età più che veneranda esige rispetto) di nome Absu Imaily Swandy.

Molti quotidiani, fra cui «Il Corriere della Sera”, si occuparono di lui e numerosi settimanali ne tracciarono il profilo. Su “Panorama” Luigi Vacchi ne segnalò la presenza a Torino, in Piemonte e in centri del canavese. Su “Pianeta” registrammo il fenomeno con una certa perplessità: il SIC attaccò fin dall inizio Renato Vesco, Renzo Rossotti (collaboratori entrambi di “Pianeta”), e alla fine se la prese con il Gruppo Clypeus che faceva capo a Gianni Settimo, che pure intervistammo a suo tempo insieme a Roberto Pinotti, che dava alla luce, all’incirca in quel periodo, il suo Visitatori dallo spazio, edito da Armenia a Milano. Poi apparve Ufo in Italia, di Boncompagni, Conti, Lamperi, Ricci e Sani, della Corrado Tedeschi Editore, e il SIC non ne fece parola. “Il Giornale dei Misteri” aveva già pubblicato alcune circolari del SIC in quel periodo. Gli Ufo (Armenia Editore) a cura di Jay David, non provocò alcuna reazione del SIC, il che poteva significare che questo sodalizio, se possiamo definirlo cosi, se la prendeva unicamente con certi autori e non con altri, per esempio con Vesco o con Rossotti, dopoché questi si occupò del problema Ufo nel suo F.B.I. (Edizioni MEB, Torino).

Il fatto era strano ed appariva indispensabile a questo punto una indagine a livello non solo nazionale per scoprire chi si celasse dietro il SIC e quali fossero i suoi intendimenti. Impresa non facile. Sulle pagine de Gli Arcani, l’editore Armenia non era stato benevolo con il SIC e ciò può spiegare come i membri del Sidereal Intercontacts Centre potessero prendersela di preferenza con gli autori che stampavano libri presso questa casa, ma fino a un certo punto. Le probabilità, a conti fatti, non erano molte:

1) II SIC scaturiva dalla mente malata di un mitomane che si divertiva a gettare scompiglio e a creare confusione fra i ricercatori dell’ufologia. 2) Il SIC era una trovata pubblicitaria di un ente o di qualcuno non identificato. 3) Il SIC era la mascheratura di un movimento politico al suo esordio. Ci soffermammo su quest’ultima possibilità con un articolo di Renzo Rossotti imperniato essenzialmente sulla teoria nazista della “Terra Cava”, visto che tale definizione compariva in alcune circolari del SIC e che si faceva spesso riferimento a un movimento pan-germanico con sede a Dresda. Hitler non c’era più, Goebbels neanche, ma Absu Imaily Swandy poteva benissimo farne le veci. Le nostre ricerche continuarono nella speranza che qualcuno fosse in grado di portarci lumi. Nulla. Ma il SIC imperterrito continuò con le sue circolari che ad un certo punto sfiorarono la paranoia con il tono tipico di quei “contattisti” invaghiti eterni di Adamski che mescolano ufologia, religione e bibbia in un cocktail imbevibile, in un’orgia pseudospaziale in cui alla fine tutti si alzano inneggiando alla pace, benedicendo “tutti in pace e fratellanza cosmica”.

Non era poi del tutto impropria la “correzione” di chi, interpretando in chiave propria le argomentazioni del SIC, parlava di “Sorellanza comica”, concludendo che il tutto aveva — apparentemente — il sapore di una buffonata. Aveva forse ragione Roberto Pinotti quando a Torino, presentando il suo volume UFO: la congiura del silenzio, sottolineò come ogni qual volta si verifichi un avvistamento Ufo degno di essere preso in considerazione o si abbia una testimonianza valida, ecco che d’improvviso insorge la classica “buffonata” che mira a screditare il tutto. Il SIC potrebbe anche avere questo scopo; è una pista che non va trascurata. Pinotti è l’animatore del CUN, il Centro Unico Nazionale (per quanto concerne lo studio ufologico) e solo di recente, dopo una riunione svoltasi a Torino, ha mutato la propria denominazione in quella di Centro Ufologico Nazionale. Contro Pinotti, dicevamo, il SIC si è scagliato spesso e la manovra diversiva potrebbe anche spiegarsi. Ora siamo in possesso di materiale nuovo. Innanzi tutto abbiamo tre testimonianze inconfutabili nei confronti di Absu Imaily Swandy: 1) C’è il signor Arduino Albertini, di Torino, il quale lo ricevette in casa propria, anche se non gli si presentò come Absu ma con un nome ben più italiano di cui preferiamo dare solo le iniziali G. D. Non avrebbe ovviamente 256 anni ma comunque una ragguardevole età. 2) C’è il riconoscimento certo di un gestore di bar il quale, vedendo la foto di Absu, lo ha “inquadrato” senza ombra di dubbio: “È venuto nel mio locale, non so come si chiami ma lo ricordo benissimo”. 3) C’è il singolare caso di un torinese, A. C., il quale ha visto Absu per ben tre volte e la prima gli ha anche parlato (poche parole).

Nei bar di via Po ci siamo personalmente recati con la foto di Absu nell’intento di chiarire l’enigma ed abbiamo raggruppato le risposte ottenute in tre sezioni: prima, gente che dichiara subito di non aver mai visto quel personaggio (una esigua minoranza); gente che esita e che poi afferma incerta: “... mi pare 37 di si, non è una faccia nuova, quegli occhi ... ma non saprei...”; persone che, senza la benché minima esitazione, affermano di riconoscere il personaggio: “È un tipo misterioso, viene qualche volta, ma non sapremmo dire chi sia”.

Siamo sempre nei locali pubblici di via Po e il personaggio è ovunque descritto in uguale maniera: alto, imponente, barba biblica, passo sciolto, quasi marziale. Né un vecchietto incartapecorito, né un barbone. E dunque? Per seguire meglio gli avvenimenti occorre giungere a quella sera in cui il SIC, per motivi che ci sono ignoti, parve scatenare tutte le sue forze. Le cronache dei giornali avevano già parlato del fermo a Rivoli di un giovane legato agli ambienti di destra e ispiratore di un movimento denominato “Nazionaldemocrazia”. Sui muri di Rivoli erano comparse scritte, slogans che recavano pure un curioso simbolo, due semicerchi uniti fra loro da una croce. Ebbene tale simbolo era stato nitidamente visto (e fotografato) dipinto sopra grossi dischi volanti in volo sulla Spagna. Un’altra traccia che finisce nel nulla in questo incredibile rompicapo. Ma veniamo alla serata “pazza” del 1° febbraio, quando il SIC si mobilitò al completo, stando almeno a quel che avvenne in seguito.

La “Gazzetta del Popolo” aveva già pubblicato, il 31 gennaio, che il giorno seguente a Torino, in via Rossini 3, sede del SIC, Absu Imaily Swandy, proveniente da Carachi, avrebbe tenuto una conferenza (accompagnata o seguita da proiezioni) sul tema “Come salvare il pianeta Terra”. Tale annuncio riapparve nel medesimo quotidiano e su altri organi di stampa il mattino del 1° febbraio, a poche ore di distanza cioè dal momento in cui il SIC aveva deciso di dare il via alla buriana. Vediamo la cronaca di quella serata che resterà per certi versi da annotare nella storia delle curiosità subalpine. Mai, infatti, prima di allora, era stato annunciato, né in Italia né altrove, che un extraterrestre si sarebbe presentato in pubblico per tenere una conferenza. Comprensibile quindi l’attesa, l’aspettativa.

I primi che- arrivarono in via Rossini 3 — questo stabile torinese passerà ormai ai posteri — trovarono affisso al portone un vistoso cartello in cui si informava che la conferenza era “trasferita” in via Po 5. Fin qui, tutto possibile, tutto lecito. Forse la ressa era stata tale, per ascoltare il verbo di Absu, che era preferibile spostarsi in una sede più capace. Inutile pensare di varcare lo sprangato portone di via Rossini 3, cedevole solo per camerieri e baristi che andavano e venivano, chissà perché, portando toasts e panini. Anche gli extraterrestri hanno il diritto di cenare; nulla da eccepire. Giunsero sul posto, fra gli altri, richiamati dall’annuncio dato e ripetuto dalla “Gazzetta del Popolo”, Arduino Albertini, che per primo aveva identificato Absu asserendo di averlo ricevuto in casa propria; il giornalista Ito De Rolandis, della “Gazzetta del Popolo”, che sugli Ufo tenne conferenze e scrisse numerosi articoli; A. C., ossia il teste che per tre volte vide Absu e che già abbiamo citato; Roberto d’Amico, del Gruppo Clypeus, che negli ultimi tempi aveva tenuto numerose conferenze in Torino e fuori Torino (con proiezioni) insieme ad altri appassionati studiosi del problema, come il redattore della Rai-Tv Bruno Geraci, che però la sera del 1° febbraio in via Rossini non c’era.

Poi sopraggiunsero altri, quasi tutti “ufologhi”, il giornalista Renzo Rossotti, che dal SIC era stato uno dei più bistrattati, alcuni fotoreporters, tassì convocati sul posto non si sa bene da chi e perché. Era il caos. Naturale che i curiosi prendessero atto della situazione e si spostassero al luogo indicato, ossia in via Po 5. Altro portone sprangato. Uno sguardo ai campanelli, alle targhe. L’associazione Astrum (un gruppo di esperti in teosofia?) era quella che per il solo nome poteva richiamare l’attenzione dei curiosi. Discussioni, polemiche, imbarazzo, risate. Alla fine tutti in cremeria con comprensibile soddisfazione del titolare del vicino locale. Chi aveva architettato la messinscena e perché? Le supposizioni si intrecciavano con forti sospetti soprattutto nei confronti di chi — assente ingiustificato — fungeva da calamita e da capro espiatorio a un tempo.

Risultò poi, a indagini effettuate, che gli inquilini di via Rossini 3 erano già stati telefonicamente interpellati in merito ad una associazioe ufologico-spaziale con sede nello stabile, e che il cartello fu affisso al portone da un esercente dietro esplicita richiesta fatta da uno sconosciuto per telefono. Uno scherzo? Difficile dedurlo. In tal caso sarebbe stato agevole dirottare gli ufologhi verso la collina o in una zona periferica, per il solo piacere di farli correre, mentre nel caso specifico si era scelto uno stabile a due passi, a pochi metri anzi, in via Po 5. E dunque?

Dunque non restò ai presenti seduti in cremeria (il nazionalsocialismo nacque in birreria, il SIC pareva naufragare fra creme e gelati) che parlare dell’ultima e più sconcertante circolare del SIC, quella cioè in cui non si poteva non notare un mutamento di rotta, un radicale cambiamento di direzione. Non più attacchi a persone, giornalisti, periodici, enti, ma tono da “doppiopetto blu”, da ufficio stampa. Infatti il SIC annunciava di aver costituito il proprio ufficio-stampa e diramava addiritture fotografie (ma chi paga tutta sta roba?).

Vediamo prima la circolare, nel suo contenuto, poi le fotografie. Sono interessanti più di quanto non sembri a prima vista. Il comunicato, intestato SIC — la data è sempre quella del timbro postale — diceva: Il Sidereal Intercontacts Centre (SIC) di fronte al diffondersi di notizie spesso imprecise sugli Ufo e sui contatti con extraterrestri, ha deciso, rompendo il proprio abituale silenzio, di non rivolgersi solo ai soci (ma come si fa per diventare “socio”? n.d.r.) ma di inviare quando gli eventi lo richiedono, anche informazioni a periodici qualificati, corredandoli, quando è possibile, con materiale fotografico di prima mano. Tutte le notizie e le fotografie diramate dall’ufficio stampa del SIC possono essere pubblicate e riprodotte liberamente, anche senza citarne la fonte, visto che il SIC non ha mai perseguito scopi di lucro né in Italia né all’estero”.

Il segno di Ummo tracciato sui muri di Torino, di Milano e in molte vie di Rivoli (presso Torino).

Dopo questo preambolo, il SIC proseguiva asserendo:

Il Grande Fratello Absu Imaily Swandy è tornato sulla terra in missione dalla base spaziale in cui abitualmente risiede ed ha convocato gli iscritti a San Giusto Canavese (località che ricorre quasi sempre nelle circolari del SIC n.d.r.) per una riunione straordinaria. In questa occasione sono state rese note tutte caratteristiche di “Nerea”, la prima base spaziale per l’atterraggio e il decollo di Ufo impiantata in Italia, in una località della Valle Padana. È qui che Absu ha ora atterrato a bordo del disco tipo Llion, già impegnato in varie occasioni e che osservatori terrestri avevano anche potuto fotografare. Il SIC unisce, a scopo di documentazione, la foto di Absu, la foto del disco Llion e una veduta d’insieme della base Ufo. Lo spiazzo al centro è quello in cui le astronavi possono atterrare con una apparecchiatura che le rende invisibili per un vasto raggio a qualsiasi schermo radar. È confermato che la cantante italiana Rita Pavone (si tratta ovviamente della Pavone, n.d.r.) ha visto una nave-madre tipo Horion, a bordo della quale stanno racchiusi cinque “dischi”. L’avvistamento è avvenuto in Spagna. A Torino è in programma una nuova grande manifestazione per la fine del corrente mese, in contatto con il Gruppo Musiné di recente costituzione e al quale rivolgiamo i nostri più affettuosi saluti in pace e fratellanza cosmica. Absu ha voluto tornare in Italia a venti anni di distanza dalla operazione “Sybil” (23 dicembre 1954) quando con la sua astronave andò a scendere a Castelluccio di Norcia, presso i Monti Sibillini, lasciando le sue orme — di cui tanto scrissero i giornali — sulla neve appena caduta. Ora la realtà è venuta in piena luce, gli extraterrestri si sono mostrati a tutti e finalmente il SIC ha iniziato su scala internazionale la sua attività. Molti scrivono ai giornali per sapere dove è la sede, sia a Torino, a San Giusto o a Norimberga. Un po’ di pazienza; per ora dobbiamo appagare solo gli iscritti, ma il fatto di rivolgerci alla grande stampa qualificata non è forse già un passo avanti? Vigiliamo e ringraziamo tutti gli amici in pace e fratellanza cosmica preparandoci a grandi eventi che il 1975 porterà con sé in piena evidenza. Grazie a tutti, anche a nome di Absu che dà il suo contributo alla pace e alla conoscenza universale. Per il Comitato Dirett. del SIC Galluzzi.

Fin qui la circolare del SIC e ogni commento sarebbe fuori luogo.

Per quanto riguarda Rita Pavone, abbiamo accertato che la cantante dichiarò effettivamente di aver visto qualcosa di incredibile, un oggetto enorme, simile a una pipa, durante un recente viaggio in Spagna. Tale ordigno avrebbe spiccato il volo sotto gli occhi stupefatti della Pavone e dei suoi accompagnatori. La vicenda fu raccontata da Rita a un giornalista e il tutto fini sulle pagine del settimanale “Eva Express”. Circa l’episodio di Castelluccio di Norcia, dobbiamo ammettere, sfogliando le cronache di vent’anni fa, che effettivamente qualcosa ci fu e che di quelle orme ne parlarono i giornali, anche se i dubbi non furono pochi.

Vediamo piuttosto le fotografie.

Absu Imaily Swandy, il “profeta” del “Siderel Intercontacts Centre”, che avrebbe la sua sede nel centro di Torino.

La prima è la solita del vegliardo e ha come didascalia: “La foto di Absu Imaily Swandy ormai nota in tutto il mondo. In Brasile è stata diffusa a migliaia di esemplari insieme a una preghiera per la pace e la fratellanza cosmica fra le genti di ogni sistema”. Su questa foto, già pubblicata da noi, da “Panorama” e da altri periodici — l’ha riprodotta anche “Ufo” (fumetto di fantavventura diretto da Giuseppe Pederiali), — c’è poco da dire; chi ha visto questo vecchio? Arduino Albertini e altri, ma non possono comunque asserire che si tratti effettivamente di un extraterrestre e che abbia 256 anni. Chi c’è dietro a questo personaggio? Per chi egli agisce? Domande ancora senza risposta.

Un disco “Llion” sul quale volerebbe Absu. Secondo gli esperti si tratterebbe di un modellino costruito per burla da un ufficiale di marina inglese T. Fogl.

La seconda foto diramata dal SIC ha per didascalia: “Un disco tipo Llion, di quelli frequentemente usati da Absu per i suoi spostamenti. È in grado di coprire lo spazio Luna-Terra in hm 7. Dischi Llion hanno sorvolato talia a partire dall’anno 1941”. Non sappiamo che significhi hm 7. In secondo luogo, secondo le più valide testimonianze e il parere di esperti, è una foto falsa, un trucco. Essa sarebbe stata scattata al largo delle coste di Panama nel 1957 dall’ufficiale-radiotelegrafista T. Fogl, da bordo della nave britannica S. S. Ramsey. In seguito venne pubblicato da alcuni organi di stampa che Fogl si era semicemente divertito: aveva costruito con le proprie mani un modellino e lo fotografò spacciandolo per un Ufo, tanto per vedere che cosa sarebbe successo. Fogl stesso spiegò, in un disegno, come produsse il “giocattolo”. La faccenda è misteriosa. Non abbiamo rintracciato Fogl e se la sua foto non è convincente lo è ancora meno la “ritrattazione”, per cui trovano buon gioco coloro i quali affermano che Fogl, che aveva realmente visto e fotografato un Ufo, sarebbe poi stato costretto a dichiarare di essersi inventato tutto e di aver costruito il modellino. Non è il primo caso del genere nella storia dell’ufologia. Fogl comunque non diede seguito al suo “scherzo”.

Ma c’è un punto sul quale vorremmo che si pronunciassero chiaramente gli esperti: supponendo che la foto sia decisamente un falso, che Fogl abbia inventato tutto, è lecito supporre che i signori del SIC, che in fatto di ufologia sembrano piuttosto bene informati, sapessero e del “falso” e delle polemiche ritrattazioni che gli fecero seguito; e dunque, perché spedire in giro la foto del disco di Fogl con il rischio di farsi smentire, asserendo che si tratta dell’astronave Llion usata da Absu nei suoi voli interplanetari? Il SIC poteva scegliere un’altra foto, costruirne una, ma non usare mai e poi mai proprio quella di Fogl. È un punto che lascia in sospeso molti interrogativi.

“Nerea”, la base per atterraggio e decollo di Ufo, diramata dall’ufficio-stampa del SIC.

La terza foto diffusa dal SIC ha per dicitura qualcosa di sconcertante: “Una foto di Nerea, la prima base per atterraggio e decollo di dischi impiantata in Italia, in una località della Valle di Padana (si noti la curiosa denominazione, invece di Val Padana, n.d.r.). Munita di apparecchiature anti-radar, ha tutto l’aspetto di un campo sportivo con attrezzature sportive per apparire invisibile a qualsiasi occhio indiscreto. Entro breve tempo potranno atterrarvi anche pesanti astronavi”. Sottoposta a esperti, risulta che la foto mostra, sino a prova contraria, una miniera. Vi si scorgono gli impianti minerari, automobili, parecchie persone; in primo piano una pianta forse di eucaliptus, il che farebbe escludere che “Nerea” sia nella Val Padana. La matassa è più ingarbugliata che mai e ci si domanda chi abbia avuto interesse a produrre una simile ragnatela. Ogni organizzazione ufologica, misteriosofica, a carattere filosofico o teosofico, ormai sospetta dell’altra. Il fantasma del SIC è ovunque e ogni frase di ciascuna circolare sposta i sospetti su qualcuno, come in un “giallo” di Agatha Christie in cui alla fine si attende il colpo a sorpresa. Pensare allo scherzo in chiave carnevalesca è troppo facile. L’insistenza con cui in precedenti comunicati si è accennato a località tedesche, in particolare a Monaco, a Dresda, a Norimberga, rispolverando la teoria nazista della “Terra Cava”, potrebbe far pensare a gruppuscoli estremisti, a un gioco politico che si celi dietro la cortina degli Ufo. Ma il bandolo non si trova.

Dopo la stravagante serata del 1° febbraio in via Po, alla caccia del marziano di 256 anni, ecco che ancora la “Gazzetta del Popolo” ospitò fra la corrispondenza dei lettori la lettera di Giorgio Galuzzi che a nome del SIC ringraziava per la riuscita sera in onore di Absu. In una corrispondenza da New York di Stelio Tomei lo stesso quotidiano pubblicava un articolo sull’Atlantide con l’occhiello molto interessante: Un'inquietante storia densa di avvenimenti ripropone il tema degli extraterrestri. Semplice coincidenza. Ne vogliamo un’altra? Mentre in via Rossini e in via Po si perdeva tempo dietro la evanescente conferenza indetta dal SIC, la televisione mandava in onda un programma con Iva Zanicchi (“Totanbot”) con una scena che doveva essere divertente e che parlava di una calata di extraterrestri su Torino. Tutte coincidenze. Come potevano i signori del SIC conoscere in precedenza i programmi TV?

“La Stampa” commentò domenica 2 febbraio: che la scena era "... della serie Ufo, quella che in TV e al cinema manda in visibilio i ragazzi e ha per eroi un comandante biondo platino il quale, benché attorniato da formose fanciulle, riesce sempre a trovare l’energia e la concentrazione per combattere i dischi volanti". Il giornale della Fiat preferiva mettere la cosa sul ridicolo e non nominare Absu e il SIC. Pubblicava però sull’edizione della sera una enorme foto di un oggetto volante non identificato nel cielo di Cavallermaggiore e il 4 febbraio — ancora su “Stampa Sera” — ospitava finalmente una messa a punto di Gianni Settimo, direttore di Clypeus : titolo a cinque colonne: “Troppi avvistamenti in Piemonte, EXTRATERRESTRI? Andiamoci piano”. C’era il pericolo, per “La Stampa”, che questi Ufo si ingrandissero al punto da far passare in secondo piano le polemiche su Fanfani e sui petrodollari. L’unico a non dare tregua era ancora e sempre il SIC.

La “Gazzetta del Popolo” pubblicava altre lettere: adepti del “Gruppo Musiné” scrivevano esprimendo il proprio pensiero; altri dissociavano il simbolo di Ummo (altro engima non chiarito) dal segno tracciato sui muri da estremisti (di destra?); altri ancora affermavano che a Milano avevano avuto modo di vedere e ascoltare in conferenze Absu Imaily Swandy. Il vecchietto si dava da fare. Anche a Torino tornavano a vederlo, accompagnato da ragazzi biondi (pura razza ariana?) mentre saliva su una lussuosa auto di una nota marca inglese. E dunque? Chi è il SIC? Chi si nasconde dietro ad Absu? Esiste effettivamente “Nerea”?

Gianni Settimo su «Stampa Sera» è stato esplito: «Il Gruppo Clypeus avanza le sue abituali riserve sia sulle notizie sia sulle fotografie, compresa quella della base spaziale che, dice la circolare del SIC, si chiama Nerea. Questa curiosa “Nerea” è “munita di apparecchiature anti-radar, ha in tutto l’aspetto di un campo sportivo...”». Come dicevamo prima, ma Settimo aggiunge: «...una foto che potrebbe essere stata scattata in qualsiasi località, che mostra auto, camion, uomini, in una specie di cava difficile a identificare. La sensazione è che gli Ufo siano l’elemento di contatto fra un qualcosa di impalpabile e una misteriosa organizzazione che ha interesse a creare confusione. Che l’extraterrestre di 256 anni sia nuovamente atterrato in Piemonte è affermato da alcune persone che ritengono di averlo visto. Il Gruppo Clypeus non ha mutato opinione: chiede con i suoi ricercatori che chi ha qualcosa da manifestare, da proporre, da svelare, si faccia avanti rinunciando ai mezzi discorsi dietro le quinte che non affascinano più nessuno e che a lungo andare lasciano il tempo che trovano». Una sfida per Absu come quella che già rivolgemmo, in piu occasioni, anche dalle colonne di “Pianeta”? In tal caso si potrebbe sommessamente affermare che, in parte, la sfida è già stata raccolta. Sul fumetto “UFO”, già citato, è apparso dapprima uno scritto a firma Carla Borghesio che dice: “Signor Direttore, Le scrivo a nome di tre miei amici, come me aderenti al SIC (ossia al Sidereal Intercontacts Centre) che sta molto sviluppando la sua attività. Abbiamo avuto il privilegio di ascoltare una conferenza di un extraterrestre, il Grande Maestro Absu Imaily Swandy sulla fratellanza cosmica e pensiamo che l’amore fra tutte le creature sia la strada migliore per giungere alla pace. Abbiamo anche visto un filmato sugli Ufo, filmato ripreso nei pressi di Torino in condizioni eccezionali, e riteniamo che ormai questi veicoli siano provati, dimostrati, e che portino un nuovo contributo al Verbo evangelico. Seguiamo la Sua rivista “UFO” e le porgiamo i nostri miliori auguri di buon proseguimento e di buon proselitismo, soprattutto fra i cattolici che nella fratellanza cosmica sono in prima linea”. Ma non è finita. Il numero successivo di fumetto “UFO” recava, incorniciato, addirittura un “Messaggio di Absu Ismaily Swandy” (il nome del gran vecchio esce sovente storpiato dalle macchine compositrici). Comunque ecco il testo del messaggio: “Preparatevi alla grande ora! Vogliamo scendere in pace, conoscervi in pace! Se ciò non potrà avvenire, sarà soltanto per la cecità degli uomini e ne deriverà rovina, crisi, sgomento e distruzione. Gli abitanti dello spazio esterno possono, sia pure con dolore, assistere alla disintegrazione del pianeta Terra, ma non possono partecipare a un suicidio che coinvolgerebbe l’intera galassia. Benedico tutti in pace e fratellanza cosmica!”. A parte i ringraziamenti d’obbligo per queste continue e copiose benedizioni (chissà perché alla fine Absu ci fa pensare al cipriota arcivescovo Makarios) resta da sapere perché mai il vegliardo si dia tanto da fare creando uffici stampa, distribuendo fotografie, tenendo conferenze invisibili, mettendo in moto un ingranaggio che macina acqua.

È questo che vorremmo sapere.

Se Absu prepara un “golpe” extraterrestre non ci riguarda, ma se è a due passi da casa nostra e se si propone di impiantarci addosso un ordine nuovo, allora è bene che lo dica perché non solo le sue benedizioni non ci toccano, ma, eventualmente, siamo noi che lo mandiamo a farsi benedire, una volta per tutte. Le sconcertanti vicende legate alla sigla del SIC dovevano avere nel mese di maggio due clamorose ripercussioni. Il giorno 13, in un dibattito sugli Ufo alla galleria-libreria “Il Torchio”, e poco dopo, il 17 maggio, un sabato, all’Hotel Nazionale, in piazza CLN, presidiata da un ingente numero di agenti in assetto di guerra per un comizio del Msi-Destra Nazionale, poi rinviato.

Nel pomeriggio alla riunione presso “Il Torchio” vi era un folto pubblico, presiedeva il prof. Gianluigi Marianini e fra gli intervenuti vi erano il mago Charlie Bustico e il giornalista Renzo Rossotti. È stato quest’ultimo a riferire gli avvenimenti legati al SIC per sottolineare come l’ufologia abbia ultimamente imboccato strade che non possono non lasciare perplessi. Era presente Giancarlo Barbadoro, del “Gruppo Spazio 4”, il quale ha potuto affermare: «Ho un amico francese il quale mi ha spiegato bene come siano le radici di tale movimento. Si tratta di alcuni fanatici, staccatisi dalla “Fratellanza Cosmica”, che agiscono per conto loro con lo scopo di creare confusione fra i gruppi di ricercatori».

All’Hotel Nazionale, il 17 maggio, era in programma il primo congresso dei gruppi di ricerca organizzato dal Centro Studi “Il Labirinto”, diretto dalla professoressa Bianca Capone. Numerosi gli intervenuti, fra cui noti esponenti del “Gruppo Clypeus”, del “Gruppo Spazio 4”, di giornalisti e scrittori. Per quanto riguarda l’argomento del SIC c’è da riferire che, poco prima che prendesse la parola Gianni V. Settimo per un’ampia relazione documentaristica sulla attività di questa organizzazione, alla presidenza del congresso è giunto un telegramma in cui era detto: “SIC presente lavori convegno — saluta nome A. I. Swandy”.

Ancora una volta, dunque, il Grande Maestro del SIC si faceva vivo. Il telegramma recava la firma di Walter Benedetto, uno dei piu attivi del SIC nell’inviare lettere ai giornali, e veniva letto sotto il lampeggiare dei flash dei molti fotografi presenti. Ovviamente “qualcuno” del SIC era in sala e studiava l’andamento dei lavori congressuali. Settimo si è dilungato sulla storia del Sidereal Intercontacts Centre e di Absu che — spiegò — fu nominato per la prima volta nel novembre del 1973. Ai congressisti venne pure distribuito un dossier sul SIC a cura del “Gruppo Clypeus” con la documentazione giornalistica e fotografica delle immagini che il SIC aveva in precedenza diramato alla stampa. È evidente che esponenti del Sidereal Intercontacts Centre erano presenti ai lavori congressuali, al punto che in serata provvedevano a ringraziare telefonicamente la professoressa Bianca Capone per la pubblicità ricevuta.

Particolare curioso: compariva frattanto nelle edicole il fumetto “UFO”, diretto da Giuseppe Pederiali, che al fondo del fascicolo, nella rubrica “Tribuna ufologica”, recava un vistoso titolo: “A proposito di Absu Imaily Swandy”. In un riquadro, Paolo Barbieri del C.R.U., Club Ricerche Ufologiche, Viale Kennedy 89, Bari, scriveva:

Vorrei pregare qualcuno del S.I.C. di rispondere a queste mie domande: 1) Perché il S.I.C. non ci dà dimostrazioni maggiori dell'esistenza di Absu Imaily Swandy? Mi spiego: perché noi dovremmo credere in questo “mitico” personaggio solo vedendone la foto e leggendone i messaggi? 2) Perché il secolare extraterrestre, invece di servirsi esclusivamente del S.I.C. per diramare i propri messaggi non li fa conoscere egli stesso coi propri mezzi, riuscendo cosi automaticamente più convincente? Attendo dal S.I.C., una esauriente risposta e saluto la redazione di UFO con un fortissimo Hurrà!.

Non sappiamo se Paolo Barbieri ha avuto le risposte che attendeva. Riteniamo di no. Se Absu è il Gran Maestro del S.I.C. (e ciò è stato chiarito più volte) perché mai dovrebbe fare a meno del S.I.C. e usare i “propri mezzi”? Non comprendiamo che cosa voglia dire questa espressione. Forse che Paolo VI potrebbe fare a meno della chiesa e parlare ai fedeli per conto proprio, cioè “con i propri mezzi”? Ci pare che sussista un equivoco di base e che si voglia ignorare di proposito il punto centrale del problema che su “Pianeta” era stato inquadrato sin dall’inizio: Absu esiste realmente. Qualcuno lo ha visto. Egli è la strumentalizzazione di una forza politica ben definita, che in Italia è ancora agli albori. In Germania sta sbocciando ben più vistosamente. Torniamo, come in una inevitabile spirale, a quei collegamenti politici sui quali ci eravamo soffermati parlando della Terracava, di un certo tipo di neonazismo, di gruppi operanti a Dresda e in altre città tedesche. Absu lavora per qualcuno, prepara la strada a qualcuno. Non è un “profeta”, come qualcuno ha scritto. I profeti che conosciamo (e che costituiscono solo una faccenduola editoriale) sono solo personaggi che ingarbugliarono parole, per necessità di cose ne imbroccarono anche alcune; poi saltarono fuori i loro “interpreti”, i “profeti dei profeti”, i quali ogni giorno brillano per la loro abilità di interpretare i fatti, ma solo quelli che sono già avvenuti. Absu Imaily Swandy è di tutt’altra stoffa. Probabilmente è solo un abile terrestre, forse un saggio, che di giorno manda qualche adepto a giocare in borsa e che di notte studia astrologia. Coloro che lo hanno incontrato ce lo dicono simpatico. Gli rinnoviamo l’invito per un incontro. Visto che non è un “profeta” e che benedice tutti, perché non togliersi lo sfizio di quattro chiacchiere con lui?

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