Un incontro letterario serendinpico e pieno di meraviglia

Beatrice Gardini

Innumerevoli sono i motivi per cui dedicarsi alla lettura di Incantagioni di Mariano Tomatis. La presentazione nel corso della festa di Radio Onda d’Urto me ne ha offerte ulteriori.

Festa di Radio Onda d’Urto, Brescia 20 agosto 2022.
Da sinistra: Mariano Tomatis, Franco Berteni e Pamela Cardinali.
Fotografia di Beatrice Gardini.

"In bilico tra critica e incanto" (cit.) si snodano sei storie che narrano di altrettante donne che hanno fatto di inganni e sotterfugi una potente arma per ribellarsi alla loro condizione. Sei protagoniste che, in pieno Ottocento, sfruttano le loro doti per emergere dal margine in cui sarebbero state inevitabilmente collocate. Sei storie di donne comuni, che vivono ai limiti della società e che vengono esplorate per raccontare un ambiente lontano dalle luci della ribalta, e per questo motivo frequentemente ignorato o, peggio, stigmatizzato. Il tutto senza condanne nei confronti delle condotte delle protagoniste, che se pur deplorevoli, vengono contestualizzate e sviscerate con un’indulgenza sulla quale dovrebbe essere doveroso riflettere.

Ho trovato nelle parole di Vanni De Luca, nel suo Una mente prodigiosa, una definizione perfettamente calzante per Incantagioni e per il suo autore: Aprosdòketon - la figura retorica che consiste nella sostituzione di una parola aspettata con una inaspettata. Incantagioni è un incontro letterario serendinpico, in grado di generare un’incredibile iniezione di meraviglia. E di spalancare le porte ad una miriade di possibili approfondimenti e riflessioni.

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