Un eccellente gioco di esplorazione tra cialtroneria e pseudoscienza

Enrico Bettinello

Spiace che di questo libro si sia per ora parlato poco, perché si tratta di uno dei lavori più stimolanti, preziosi e originali usciti recentemente.

“Storie di veggenti, sibille, sonnambule e altre fantasmagoriche liberazioni” recita il sottotitolo e chi lo legge può essere certamente colto dal dubbio che l’ambito si estenda dalla fesseria esoterica al pedante saggio accademico.

Conviene fidarsi e abbandonare i preconcetti.

Riprendendo un illustre precedente, l’imprescindibile La sonnambula meravigliosa dell’antropologa Chiara Gallini (che vi avevo segnalato un po’ di tempo fa), Mariano Tomatis, grande studioso di illusionismo e mentalismo, ci porta qui alla scoperta di sei figure femminili tra Seicento e Ottocento, sei donne che si esibivano - spesso senza nome - come veggenti, magnetizzate, necromanti, al seguito, con alterne fortune, di figure maschili a cavallo tra cialtroneria e pseudoscienza.

I racconti, ricchi di dettagli e collegamenti storico-sociali - nonché condotti con un affascinante gioco di esplorazione in prima persona - svelano le tensioni culturali del periodo, ma anche, riprendendo la prospettiva della violenza simbolica esercitata sul corpo femminile durante gli spettacoli di illusionismo e mesmerismo già affrontata in precedenti progetti, Tomatis rovescia le carte in tavola e nell’ultimo, straordinario capitolo dedicato alla figura della pianista Hersilie Rouy, reclusa ingiustamente in manicomio per molti anni e in grado di sovvertire il proprio destino, fa esplodere la narrazione in una rete di riferimenti che si interseca con il QAnon dei WuMing e i meccanismi delle attuali teorie del complotto.

Eccellente.

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