Mariano Tomatis, 30 aprile 2013
La sindrome del prossimo libro
Quanto saremmo disposti a spendere — noi illusionisti — per un libro scritto da Derren Brown, Teller e Max Maven? E se contenesse capitoli scritti da Juan Tamariz, Eugene Burger e Roberto Giobbi? Difficile anche solo immaginarlo.
Joshua Jay non si è limitato a immaginarlo: per anni ha raccolto articoli e saggi sulla magia, scritti dalle menti più brillanti e originali del panorama internazionale. Impaginati e commentati, gli studi sono confluiti in una monumentale opera intitolata Magic in Mind: 555 pagine (1) stracolme di idee, consigli e analisi provocatorie, dedicati a effetti magici, tecniche, psicologia e risvolti teatrali della magia e del mentalismo.
Dimenticavo un dettaglio: il libro è gratuito. Può essere liberamente scaricato da qui. La domanda, però, resta valida: quanto investiremmo per accedere a un serbatoio di conoscenze così profondo e sofisticato? Il fatto che sia gratis ci inchioda inesorabilmente al muro, ricordandoci quello che diceva Robert Anson Heinlein (1907-1988):
Le cose più belle della vita sono al di là del denaro. Il loro prezzo è agonia, sudore, devozione.
Finché resta un PDF sul nostro computer, le straripanti risorse di Magic in Mind sono cosa morta. Acquisirne la saggezza richiede ore di lettura, fatica e impegno intellettuale. Lo spiegava magistralmente Jorge Luis Borges (1899-1986) nella prima delle sue Lezioni americane:
Il vescovo Berkeley [...] scrisse che il gusto della mela non è nella mela in sé (la mela non può gustarsi da sola) né nella bocca di chi la mangia. La sensazione richiede un contatto tra i due. Lo stesso accade con un libro o con una biblioteca. Perché che cos’è un libro in sé? Un oggetto fisico in un mondo di oggetti fisici. Una raccolta di simboli morti. Ma a un certo punto arriva il giusto lettore, e le parole — anzi, la poesia dietro le parole, perché le parole in sé sono solo simboli — prendono vita, e si assiste alla loro risurrezione. (2)
Scarichiamo il libro curato da Joshua Jay a nostro rischio. Una volta a nostra disposizione, può diventare il molesto grillo parlante che ci ricorda quanto illusoria sia la convinzione che il denaro possa avvicinarci alla conoscenza: sono altre le monete richieste per acquisire cultura. Magic in Mind potrebbe costare molto più caro — in termini mentali — del libro più costoso che abbiamo mai acquistato.
Dobbiamo decidere da dove iniziare a leggerlo? Suggerisco il capitolo di Darwin Ortiz intitolato “La sindrome del prossimo libro”. Scrive Ortiz:
Molti maghi hanno vissuto quell’istante di attesa, seduti accanto alla casella della posta in attesa del prossimo libro che li avrebbe trasformati in grandi maghi. E molti riconosceranno quel momento di disillusione una volta che il libro è arrivato e hanno dovuto affrontare la dura realtà. [...] Spesso questo non li dissuade dal credere che il PROSSIMO libro sarà migliore. In effetti, il prossimo libro sarà sempre migliore, e per una precisa ragione: quel libro non esiste ancora. Nessun libro di magia che esista davvero può misurarsi con un libro che non esiste. Perché dal momento che non esiste, ogni mago potrà proiettarci sopra le proprie fantasie e aspettative irrealistiche. È solo quando il libro arriva che il mago è costretto a guardare in faccia la realtà, e ammettere con se stesso che — per quanto splendido sia — si tratta solo di un libro. Una collezione finita di specifici effetti, mosse o riflessioni. E per beneficiarne è necessario leggerlo, studiarlo e riflettere su quanto si è letto. In fin dei conti, sei tu a doverti sforzare nel trasformare quelle pagine in qualcosa che sia vivo nella pratica. Per rendere vivo il libro, è necessario sudare. Ironia della sorte, migliore sarà il libro, più intenso sarà lo sforzo richiesto al lettore. E dunque minore sarà il suo apprezzamento da parte dell’illusionista medio. E anche se metti in pratica quello che c’è scritto, il libro si limiterà ad aiutarti a diventare un mago migliore. Non trasformerà la tua vita. È solo un libro. Quando il lettore medio lo capisce, si sente immediatamente deluso. E la delusione si esprime generalmente dicendo: «Mi aspettavo un libro migliore.» Il che è un modo diverso per dire: «Dannazione, la mia vita non è cambiata dal giorno in cui il libro è arrivato.» [...] Per dirla in breve, accetta il fatto che non esiste il libro che può cambiare la tua vita, né che può renderti un mago migliore. Solo tu puoi farlo attraverso il sudore della fronte. Il miglior libro potrà solo fornirti qualche strumento e una direzione verso cui mirare. (3)
Un ringraziamento a Michele Tarantino per la preziosa segnalazione.
Note
1. Solo un PDF può avere un numero dispari di pagine!
2. Jorge Luis Borges, This Craft of Verse, Norton Lectures 1967 (Lesson I).
3. Darwin Ortiz, “Next Book Syndrome” in Magic, marzo 2006 ora in Joshua Jay (ed.), Magic in Mind, 2013, pp. 489-495.