Nel 1784 a Parigi si parla solo di Franz Anton Mesmer: tutti vogliono partecipare alle sue spettacolari “cure magnetiche”, sebbene due commissioni scientifiche abbiano appena decretato che il “magnetismo animale” non esiste. Ad approfittare del dibattito sono i Commedianti Italiani Ordinari del Re, che al Théâtre-Italien mettono in scena “I dottori moderni”, un’opera buffa che prende in giro Mesmer e i suoi seguaci. I magnetisti non la prendono bene e sui giornali scoppia una viva polemica: il diritto di satira consente di prendersi gioco di terapie mediche e disperati in cerca di guarigione?
L’articolo che gli autori scrivono a difesa dell’operetta viene pubblicato in Italia su Notizie del mondo del 1 gennaio 1785. Eccolo.
Francia, da Parigi 17 dicembre [1784]
Signori. Noi vediamo con dispiacere che una parte del pubblico ci dà debito di aver voluto mettere in ridicolo i Signori Mesmer e d’Eslon nella piccola Commedia dei Dottori Moderni. Noi protestiamo non essere stata mai nostra intenzione di mettere sul Teatro una satira personale. Ludere non laedere è stato il nostro motto, e noi avevamo cercato di scherzare sulla cosa, e non sulle persone. La Dottrina del Sig. Mesmer ha fatto tanti progressi, i suoi allievi, ed i suoi imitatori sono talmente moltiplicati ai giorni nostri, ed a Parigi, e nelle Provincie, che dipingendo noi i nostri Dottori Moderni, abbiamo dipinto una Classe d’Uomini, e non un’Uomo, o due; e ciò è stato sempre permesso alla Commedia. Se si vuol sinceramente ascoltare, o leggere la nostra Commedia con attenzione, vi si vedrà che Cassandro dice positivamente che gli è stato insegnato questo segreto ammirabile, e che lo ha pagato in bei Luigi d’Oro; ciò basta per dimostrare che non si è voluto indicare l’inventor del segreto, nè alcuno dei suoi allievi; imperocché in Parigi anche altri hanno insegnato il preteso segreto del Magnetismo facendosi pagare. Inoltre nella parte di Cassandro, e in quella dell’altro Dottore non avvi un solo tratto che possa caratterizzare particolarmente nè il Sig. Mesmer, nè il Sig. D’Eslon. Noi sfidiamo chicchessia a citare una nostra parola che non convenga indistintamente a ogni medico magnetizzante, e ne è nel Regno un gran numero. Noi non possiamo dissimulare che il pubblico non abbia ravvisato nei nostri Dottori Moderni la caricatura dei Sigg. Mesmer, e D’Eslon; perché parlando del Magnetismo, esso da qualche tempo si occupa solamente di essi. Questo è un inconveniente della loro celebrità, ma non si può rimproverare a noi l’averli manifestati al pubblico. Quanto alle scene da noi introdotte nella nostra Commedia, noi non abbiamo avuto intenzione di rappresentare ciò che accade nelle medicature dei Sigg. Mesmer, e D’Eslon, alle quali nessuno di noi ha assistito. Noi non abbiamo voluto far’altro che deridere un abuso possibile, e la caricatura medesima che vi domina deve allontanarne qualunque sospetto di particolare indicazione. Un rapporto fatto a nome del Governo dai dotti i più illuminati della Nazione ha dichiarato, che la dottrina del Magnetismo era illusoria, e che ne era pericolosa la pratica. Noi abbiamo creduto che fosse permesso il ridere un poco di una illusione, ed utile l’opporsi ad una novità giudicata pericolosa; noi non abbiamo adoperata la canzonatura prima che gli uomini più dotti dell’Europa avessero impiegato contro l’istesso oggetto i lumi della più sana Fisica. Noi sottoponghiamo queste riflessioni a qualunque persona imparziale, e speriamo che ancora le persone prevenute ci renderanno più giustizia.
Gli autori dei Dottori Moderni.
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