Il mercatino delle pulci di oggi ci regala un vecchio numero di Topolino che sin dalla copertina prometteva di far diventare “tutti indovini con le carte”. Una fascinosa Amelia su sfondo rosso distribuiva i quattro assi sul tavolo, anticipando che si sarebbe trattato di carte francesi – e non dei più rari Tarocchi.

Il tema – trattato senza un filo di ironia – era presentato da p. 65 in avanti. L’autore delle sette pagine era Vuesse Gaudio (1) , giornalista e poeta torinese che all’epoca era collaboratore fisso di Topolino, e che negli anni successivi avrebbe scritto su La Stampa, Repubblica e Linus.

Se al consultante consigliava di esporre le proprie domande in modo “preciso e chiaro”, senza allusioni bensì “con ricchezza di dettagli”, all’indovino suggeriva di assumere il ruolo del narratore:

Fa’ in modo che la lettura delle carte sia costituita dal gioco e dall’immaginazione, intesi come una specie di avventura. Le carte «narrano», mediante la disposizione avuta, la storia di qualcuno che sta tentando di scoprirla: ecco, tu, in quanto indovino, sei il timoniere di questa storia da scrivere, diciamo che sei l’Emilio Salgari che, di volta in volta, svela al consultante i segreti, gli ostacoli, le gioie dell’avventura che il CORSARO ROSSO (il NERO è troppo triste!) s’appresta a intraprendere.

Nel suo riferimento alla narrativa, Gaudio conferma l’intuizione di Maurizio Ferraris, che qualche anno dopo vedrà negli oracoli “una narrazione […] [che metta] ordine negli eventi.”

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Note

1. Vedi qui il suo blog.

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