Il mentalista torinese Antonio Argus propone sul suo sito il curioso “Test di Stroop”, nato dalla fervida immaginazione dello psicologo John Ridley Stroop. Provatelo, prima di proseguire.

Stroop aveva un cugino italoamericano, tale Giovanni Trooz. Dopo un’estate trascorsa sulle spiagge del Bel Paese, Trooz aveva proposto una variante del test che ai colori sostituiva i font: il famigerato “Il test di Trooz”.

Il test di Trooz

Qui sotto sono riportati tre nomi propri. L’obiettivo è di individuare l’unico che si associa correttamente a uno di questi cognomi di note attrici: Fenech, Guida, Arcuri.

Quanto avete impiegato a trovare il nome corretto?

Ecco la stessa prova, questa volta basata su tre tatuaggi, che riportano altrettanti nomi propri. L’obiettivo è di individuare l’unico che si associa correttamente a uno di questi cognomi di note attrici: Golino, Stella, Lollobrigida.

Facile? Non proprio. Di fronte alla seconda tavola, la nostra mente riceve stimoli inaspettati: la scrittura gotica nacque nel Medioevo, ma nessuno mai utilizzò le sole maiuscole per scrivere, né ebbe la malsana idea di scriverle una sotto l’altra. Un monaco avrebbe scritto così i tre nomi sopra:

Oltre a calcolare la significativa differenza nei tempi necessari a riconoscere i nomi, Trooz rilevò che – nonostante la difficoltà a interpretarne le lettere – sulle spiagge italiane si preferisce la forma meno leggibile, che usa tutte le maiuscole e le impila una sull’altra, il che rende praticamente impossibile la lettura.

Si ritiene che l’aggettivo “truzzo” – spesso attribuito a chi sfoggia tatuaggi del genere – debba le proprie origini al cognome dello psicologo che per primo identificò il fenomeno sui nostri litorali.

Tutti i post sono distribuiti con Licenza Creative Commons BY-NC-SA 4.0